13 gennaio 2016
In morte di Claudio Sposito, finanziere, fondatore di Clessidra
Carlo Festa per Il Sole 24 Ore
Lutto nel mondo della finanza. È scomparso all’età di 60 anni Claudio Sposito, fondatore e numero uno di Clessidra Sgr, uno dei principali gestori di fondi di private equity dedicati al mercato italiano.
Romano, classe 1955, Sposito fondò nel 2003 Clessidra, di cui era presidente e amministratore delegato. Prima è stato per cinque anni amministratore delegato di Fininvest e per dieci anni managing director di Morgan Stanley, con responsabilità sulle attività di investment banking per l’Italia. Lascia una moglie e due figli. In precedenza aveva lavorato in importanti istituzioni finanziarie come Barclays, Citibank e Standard Chartered.
Malato da prima dell’estate, dopo un ciclo di cure negli Stati Uniti, Sposito aveva mostrato segni di miglioramento che lasciavano spazio ad un cauto ottimismo. Un improvviso peggioramento, però, ha portato alla morte.
Anche nel periodo della malattia, Sposito ha continuato a lavorare e a tenersi giornalmente in contatto con gli altri manager di Clessidra. Durante i mesi della sua assenza la guida operativa della Sgr era infatti stata presa in mano dai partner: in particolare da Maurizio Bottinelli, responsabile del team di investimento, Francesco Trapani, vice presidente esecutivo, oltre ai partner Riccardo Bruno e Manuel Catalano. Ora i quattro manager dovranno pensare alla successione del gruppo.
Con Clessidra Sposito è stato capace di realizzare uno dei progetti più rilevanti degli ultimi dieci anni nel private equity tricolore, anche come piattaforma del Made in Italy: tra i principali investimenti, da lui curati assieme ad altri partner, ci sono stati la maison Roberto Cavalli, Sisal, Anima Sgr, Buccellati, Acetum, Cerved, Balconi, Arredo Plast fino alla quota di Pirelli-Camfin. Prima dell’estate Sposito aveva seguito personalmente anche l’acquisizione di Icbpi, cioè l’Istituto Centrale delle Banche Popolari.
Ora si apre una fase di riassetto per la Sgr, proprio nel momento cruciale in cui dovranno essere utilizzate le risorse del terzo fondo (che punta a un miliardo). A breve si dovrebbe tenere il consiglio di amministrazione della Sgr, che dovrà decidere la nuova governance societaria.
Stefania Peveraro per MilanoFinanza
Nella notte tra lunedì e martedì è mancato a Milano Claudio Sposito, 60 anni, fondatore di Clessidra sgr, il più grande operatore di private equity italiano.
Con i fondi Clessidra Capital Partners e Clessidra Capital Partners II, la sgr ha infatti raccolto negli anni circa 2 miliardi di euro e ora è in raccolta avanzata del terzo fondo con un obiettivo di 1-1,1 miliardi di euro, analogo alla raccolta del secondo fondo, lanciato nel 2008, che era stata ridimensionata dagli iniziali 1,4 miliardi.
Alla data di oggi la sgr ha effettuato 21 investimenti, con sette partecipazioni attualmente in portafoglio e un track record da presentare agli investitori che fa invidia a molti: secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, il primo fondo viaggiava oltre il 50%, quando ancora aveva in portafoglio partecipazioni problematiche come quelle in F.lli Elia, Moby e Giochi Preziosi, mentre il secondo fondo a oggi vanta un Irr del 35% all’anno, ma è destinato a fare meglio del primo, se si tiene conto del fatto che a gennaio 2013 il fondo ha ceduto a Cvc Capital Partners la partecipazione in Cerved , incassando 200 milioni rispetto ai 70 investiti.
A questo colpo ha fatto poi seguito il disinvestimento da Camfin-Pirelli : a fronte di un impegno di 150 milioni di equity sono entrati nelle casse del fondo 250-280 milioni, cioè circa 1,7 volte quanto investito.
Il fondo ha poi ceduto poco meno di un anno fa, a 4,47 euro per azione (per un totale di circa 100 milioni di euro), l’ultima quota rimasta in portafoglio del capitale di Anima Holding , quotata a Piazza Affari nell’aprile 2014 a 4,2 euro, di cui la sgr possedeva il 37%. Di Clessidra, fondata nel 2003 dopo l’uscita da Fininvest, Sposito era presidente e amministratore delegato. Ora la governance della società andrà ridisegnata. Per questo, secondo quanto riferito ieri da milanofinanza.it, nei prossimi giorni si terrà il consiglio di amministrazione che definirà chi farà cosa in questo forzato nuovo corso.
Sposito non lascia la società priva di timone, perché in cda era affiancato da altri cinque partner con pesanti responsabilità operative. A capo del team di investimento c’è Maurizio Bottinelli (ha seguito, in particolare, le operazioni di Cerved , Anima Holding e Camfin-Pirelli ), mentre vicepresidente esecutivo e operating partner è Francesco Trapani (ex ceo d Bulgari, oggi consigliere di Roberto Cavalli). Giuseppe Turri è senior advisor (ha seguito le operazioni di Sirti, Fratelli Elia e Bitolea ed è nel cda di Bitolea). Altri partner e consiglieri sono Riccardo Bruno (ex Deutsche Bank , ha seguito l’operazione Camfin-Pirelli e Harmont & Blaine; oggi nel cda di Harmont & Blaine e di Icbpi) e Manuel Catalano (ex Fininvest, ha seguito le operazioni di Gemina-Aeroporti di Roma, Balconi, Buccellati, Harmont & Blaine e Roberto Cavalli; è nel cda di Buccellati Holding Italia, Harmont & Blaine, Acetum e Roberto Cavalli). Altri partner di Clessidra sgr, che non siedono in cda, sono infine Marco Carotenuto, Simone Cucchetti, Alessandro Papetti e Matteo Ricatti, mentre operating partner sono Ugo Belardi (ex Accenture, ha partecipato alla gestione delle operazioni di Sgi, Metalcam, Prenergy, Fratelli Elia, Giochi Preziosi e Euticals; oggi nel cda di Acetum), Giorgio Casnati (ex manager in Carlo Erba Reagenti, Leerdammer Company, Heinz, P&G e Trussardi Parfums, in Clessidra ha partecipato alla gestione delle operazioni Prenergy, F.lli Elia, Bitolea e Balconi; è presidente di Balconi e Bitolea) e Rocco Sabelli (ex ad di Alitalia e Piaggio , oggi è consigliere di Euticals e Arredo Plast).
La squadra era stata riorganizzata e rinnovata nel giugno 2014, giusto prima di avviare la raccolta ufficiale per il terzo fondo. Dopo l’uscita dalla sgr di Alessandro Grimaldi, avvenuta alla fine del 2013 (al momento sta lavorando alla raccolta del primo fondo di Armonia sgr, fondata insieme a Luca Rovati, Sigieri Diaz della Vittoria e Sergio Chiappetta), anche Turri, aveva deciso di lasciare la partnership per restare consigliere di amministrazione e senior advisor della società. Al posto dei due senior partner in uscita erano stati promossi partner Cucchetti e Carotenuto. Nell’aprile 2014 era stata annunciata, invece, la nomina di Trapani.
Ci sarà tutto il mondo del private equity e della finanza italiana questa mattina ai funerali di Claudio Sposito, mancato a Milano nella notte tra lunedì e martedì, stroncato a 60 anni da una leucemia che non gli ha lasciato scampo, nonostante i tentativi di farsi curare negli Stati Uniti. Lascia la moglie e i due figli, di 15 e 20 anni. Sposito aveva fondato Clessidra sgr nel 2003, dopo essere stato per cinque anni amministratore delegato di Fininvest, la holding della famiglia Berlusconi, sostituendo Ubaldo Livolsi. Sotto il suo mandato Fininvest ha cambiato pelle: la sua missione è stata infatti quella di cedere le attività non strategiche (come Edilnord, Pagine Utili, Holding del Giochi, la quota in Olivetti) e concentrare le partecipazioni della holding su Mediaset, Mondadori, Mediolanum e il Milan, trasformandola in una vera e propria cassaforte.
Per Fininvest il manager aveva lasciato Morgan Stanley, dove per dieci anni era stato managing director con responsabilità sulle attività di investment banking per l’Italia, prima da Londra e poi in Italia. E proprio per Fininvest aveva lavorato quando era ancora tra gli uomini di punta in Italia di Morgan Stanley, nella veste di regista della quotazione a Piazza Affari di Mediaset nel 1996 (il famoso progetto Wave).
Sempre in Morgan Stanley, Sposito aveva curato una serie di altri deal importanti, come le privatizzazioni di Imi e Telecom Italia e i collocamenti azionari di Bulgari, Gucci e San Paolo. Prima che nell’investment bank americana Sposito aveva lavorato in Barclays Bank, Citibank e Standard Chartered.
Sposito non è nato come uomo di finanza. Infatti si era laureato in architettura presso l’Università di Roma nel 1978. Solo in seguito il manager aveva conseguito un master in Business Administration (Mba) presso l’American University di Washington DC.
Terminata la sua missione in Fininvest, l’eclettico manager aveva iniziato a mordere il freno e a inseguire un nuovo progetto, quello di costruire qualcosa di suo, che mettesse a fattor comune le sue esperienze di uomo di finanza e gestore d’azienda. Un’aspirazione, quella di lanciarsi nel mondo del private equity, che Silvio Berlusconi aveva ben compreso e che aveva sostenuto, investendo personalmente nel primo fondo Clessidra.
Ma a parte Berlusconi, Sposito ha subito raccolto attorno a sé un ricco parterre di investitori, italiani e internazionali, grazie alle sue relazioni e alle sue indubbie capacità. Tra questi ultimi anche fondi pensione importanti e inarrivabili per la maggior parte dei private equity italiani, come Calpers (California Public Employees’ Retirement System).
Il manager era anche un grande sportivo, amava la maratona, lo sci e le arrampicate. Sempre disponibile, nonostante trattasse deal da centinaia di milioni di euro un giorno sì e l’altro pure, era capace di rispondere al cellulare anche quando si trovava in cima a chissà quale vetta. Lo ricorderò così, con la sua simpatica parlata romana, che a una mia domanda di aggiornamento su un deal al quale il fondo stava lavorando, rispondeva ridendo: «Sinceramente non lo so, dovrei sentire i miei, perché in questo momento starei arrampicando...».
Ciao Claudio.