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 2016  gennaio 13 Mercoledì calendario

Strage di turisti tedeschi a Istanbul. È stato l’Isis, forse

Un boato che suona come una profanazione. Un’esplosione che fa tremare la terra e lascia la Turchia sotto choc.
Sono da poco passate le 10, le 9 di mattina in Italia, quando nell’affollata piazza di Sultanahmet, il cuore storico e monumentale di Istanbul, un kamikaze si fa esplodere a due passi dall’obelisco di Teodosio. È strage di turisti. Dieci i morti, di cui otto tedeschi, e 15 feriti.
La rivendicazione
Nessuna rivendicazione per ora, ma il premer turco, Ahmet Davutoglu, si è affrettato a dire che l’attentatore era un membro dello Stato Islamico, un saudita – anche se le autorità lo avevano individuato in un primo momento come siriano – di 28 anni, Nabil Fadli, da poco entrato in Turchia. Gli investigatori lo avrebbero identificato esaminando i resti del corpo, fatto a brandelli dall’esplosione.
Solo pochi giorni fa gli 007 turchi avevano annunciato di aver sventato un attacco dell’Isis nella capitale Ankara per la notte di Capodanno. Ma diversi rapporti di intelligence avevano evidenziato un livello di rischio alto anche per Istanbul.
Le vittime
I turisti tedeschi uccisi dal kamikaze facevano parte di un viaggio organizzato dall’agenzia berlinese Lebenslust Touristik. Avevano acquistato un pacchetto di viaggio che, dopo Istanbul, prevedeva una seconda tappa a Dubai e una terza ad Abu Dhabi. E allo sgomento, appena 58 minuti dopo la deflagrazione, è seguito anche il silenzio imposto ai media dal governo, che ha diffuso il divieto di fornire aggiornamenti o diffondere immagini dell’attacco. La motivazione ufficiale è stata garantire la sicurezza e non fare precipitare la popolazione nel panico, ma molti analisti ritengono che la scelta abbia messo ancora più in risalto la fragilità dei meccanismi di difesa nazionali. Intanto, di sicuro, ha provocato un’ondata di polemiche sui social network, dove gli utenti hanno continuato a divulgare foto scattate dai passanti.
I dettagli dell’attentato sono stati resi noti dallo stesso presidente della Repubblica Erdogan, nel primo pomeriggio. «C’è stato un attacco, purtroppo ci sono vittime – ha esordito il Capo di Stato -. La Turchia è il primo bersaglio del terrorismo. Tutti gli altri Paesi colpiti dal terrorismo dovrebbero lottare insieme». Il Presidente è apparso molto turbato.
Nelle ultime settimane nel Paese la polizia aveva condotto diverse retate, che avevano fatto finire in manette decine di presunti jihadisti. L’ultima proprio ieri, quando nella capitale Ankara, dove lo scorso 10 ottobre sono morte 102 persone, sono stati arrestati un turco e 15 siriani, tutti con l’accusa di voler organizzare un attentato.
Come se non bastasse quella per la sicurezza, nel Paese si sta diffondendo anche la preoccupazione per l’economia. Il clima sempre più instabile rischia di allontanare gli investitori, fra gli artefici della crescita del Pil. Senza contare il turismo, che ha già risentito della crisi diplomatica con la Russia e che adesso rischia un ulteriore, grave peggioramento, se si conta che i tedeschi sono il 15% dei visitatori totali.