Corriere della Sera, 13 gennaio 2016
Cartello in un ristorante di Milano: «Non tenneus wi-fi, chistionais tra bosatrusu» (dal sardo: non abbiamo il wi-fi, parlate tra di voi)
«Non tenneus wi-fi, chistionais tra bosatrusu» (dal sardo: non abbiamo il wi-fi, parlate tra di voi). È un cartello geniale in un noto ristorante a Milano. Ci pensavo mentre una mia amica mi raccontava di avere trascorso il 31 dicembre in un casale nelle Marche, a debita distanza da tecnologia e telecomunicazioni (addirittura dagli orologi). Un po’ radicale, ma comprensibile: sempre più spesso parliamo di app, email, whatsapp come di fastidiosi insetti che si infilano sotto i vestiti. E in parte è vero. A lungo andare «App» sta più per apprensione che per appagamento. Ci fa pensare agli amici ma ci ricorda il lavoro. Ma per capire che cosa ci ha dato la tecnologia prendiamo per un attimo un falso positivo: la Nord Corea. La capacità del regime nordcoreano di controllare le notizie in entrata ma anche in uscita (la stessa intelligence Usa ha dichiarato che ci vorranno settimane per capire cosa è stato realmente il test sulla bomba H) dipende da tre fattori: totale assenza di un Internet aperto, scarsa diffusione dei cellulari e divieto di fare telefonate all’estero. Non è esagerato dire che i cittadini devono vivere come nella Berlino Est antecedente alla caduta del Muro: un raro Paese senza blogger. Internet in Corea del Nord si chiama Kwangmyong ed è una rete isolata. Su 25 milioni di cittadini risultano un migliaio di indirizzi Ip. Nella sostanza, Kwangmyong è una directory che permette di accedere solo a file controllati, uno strumento di propaganda. In ogni caso per avere un accesso ci vuole un’autorizzazione ad hoc. Come segnale di progresso nel 2008 è arrivata la telefonia mobile (prima i cellulari erano vietati dalla legge) attraverso Orascom Telecom, Media & Technology (di Sawiris che in Italia controlla ItaliaOnLine e Pagine Gialle). La società possiede il 75% di Cheo Technology (il restante 25% è del governo) che controlla a sua volta l’unico operatore mobile del Paese, Koryolink. Ha 2,4 milioni di utenti: un cittadino su dieci. Il cellulare è uno status symbol e può significare che si è ricchi o si lavora per il governo. Impossibile telefonare all’estero o navigare su Internet a meno di non essere un turista e pagare 150 euro per due giga di traffico. Accedere alla rete da un telefono civile è ancora un reato. Dunque: la tecnologia non garantisce la fine di un regime. Anzi: alcuni regimi stanno imparando a utilizzarla. Ma era solo per dire: senza wi-fi al ristorante o in vacanza si sta bene. Purché la rete prenda appena si mette il piede fuori.