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 2016  gennaio 13 Mercoledì calendario

L’Iran sequestra due battelli americani

Ancora un incidente Iran-Usa. Due battelli dell’Us Navy, con a bordo a 10 marinai, sono stati bloccati dai pasdaran iraniani vicino all’isola di Farsi, nella parte settentrionale del Golfo Persico. Il Pentagono ha subito avviato contatti ottenendo assicurazioni che verranno liberati. Garanzie, ovviamente, che devono essere seguite dai fatti. Una provocazione a poche ore dal discorso sullo stato dell’Unione del presidente Obama, subito informato. Una situazione che ha suscitato polemiche al Congresso, ma anche imbarazzo alla Casa Bianca.
I due motoscafi veloci, armati di mitragliatrici e costruiti per missioni essenzialmente sotto costa, erano in viaggio tra il Kuwait e il Bahrein, Paese che ospita il comando della Quinta flotta statunitense, quando hanno perso i contatti radio. I battelli sarebbero finiti per errore nelle acque iraniane (forse uno era in avaria) e questo ha provocato l’intervento dei guardiani della rivoluzione. Mentre Washington cercava di tenere i toni bassi, l’agenzia Fars li ha alzati: ha affermato che i militari, tra cui una donna, erano in stato d’arresto. Inoltre i media locali hanno aggiunto che gli iraniani avevano posto sotto sequestro il Gps delle imbarcazioni ipotizzando una missione di spionaggio.
L’episodio segue di pochi giorni un lancio di razzi da parte dei pasdaran non lontano dalla portaerei americana Truman. Evento che non ha avuto alcuna conseguenza, ma che ha ricordato le manovre dei pasdaran lungo la strategica via d’acqua nel Golfo Persico.
Gli osservatori hanno sempre ritenuto queste mosse come dei segnali da parte dell’ala dura del regime iraniano. Nonostante l’accordo sul nucleare le relazioni continuano ad essere tese. E non è certo una casualità che il sequestro sia avvenuto mentre Obama stava per parlare davanti al Congresso. L’ultimo discorso sullo Stato dell’Unione dedicato alle sfide per il Paese ed ai risultati ottenuti, tra questi l’intesa con i mullah. Infatti le polemiche non si sono fatte attendere, con i repubblicani subito all’attacco: «È il fallimento della politica estera Usa».
Tutto questo mentre gli avversari del dialogo sono molti attivi. I repubblicani sono contrari all’accordo perché a loro giudizio non limita i piani dei mullah e per giunta gli porterà nelle casse miliardi di dollari fino ad oggi congelati.
Teheran, per parte sua, è decisa a proseguire test missilistici che sono considerati complementari al programma atomico. E i falchi iraniani intendono creare problemi «in casa» ai fautori della distensione, a cominciare dal presidente Rouhani.