ItaliaOggi, 12 gennaio 2016
Il mitico 747 va in pensione
Air France e Boeing si separano. Stop ai vecchi, mitici, 747 (i giganteschi jumbo riconoscibili dalla cupolina sulla fusoliera), in pensione da ieri (ultimo volo Parigi-Città del Messico), sostituiti da dieci Airbus 380.
Stavolta non si tratta della solita autarchia dell’industria aeronautica francese, ma semplicemente di vecchiaia (del 747), anche se non va dimenticato che l’azienda di Tolosa ha chiuso il 2015 in leggero calo con «soli» 635 aerei consegnati o in lavorazione a fronte dei 762 consegnati dalla Boeing che, al contrario, ha registrato una crescita record del 60%.
«Il jumbo», ricorda uno dei comandanti più anziani di Air France, Eric Prévot, migliaia di ore di volo sul 747, «esce dalla flotta ma non dalla nostra memoria: è stato l’aereo più bello ed elegante che ha portato in giro per il mondo lo stile di vita francese».
Al punto che la compagnia, ora guidata da Frédéric Gagey, proprio in questi giorni impegnato in trattative durissime con i vari sindacati aziendali (una decina) a cui si chiede qualche sacrificio (un centinaio di ore di volo in più all’anno), ha deciso di celebrare il pensionamento del 747 con due straordinari «vol de gala» di due ore e mezzo (partenza alle 9 e alle 11,30 di giovedì 14 gennaio dal Charles de Gaulle) che sorvoleranno tutta la Francia.
Alla cloche ci sarà proprio Eric Prévot, mentre in cabina i 352 fortunati, che hanno pagato un biglietto di 220 euro, potranno godersi la vista dei paesaggi più belli del Paese: i vigneti della Borgogna, il Monte Bianco, il palazzo papale di Avignone, la foce del Rodano, l’estuario della Gironda, le dune della Rochelle, Saint Malo, l’abbazia di Mont Saint Michel, gli stabilimenti balneari di Deauville, le spiagge dello sbarco in Normandia, pasteggiando a champagne e gustando le prelibatezze della cucina francese.
A fine volo, un’ultima coppa e, forse, il saluto dell’amministratore delegato che ricorderà ai passeggeri, tra cui molti vip dell’industria e tanti turisti denarosi, che la compagnia, che nel 2015 ha chiuso per la prima volta dal 2008 un bilancio lievemente positivo, è impegnata in un «ambizioso progetto di crescita», come si legge nel comunicato stampa.
Per il giorno seguente, venerdì 15 gennaio, infatti, Gagey ha convocato tutti i sindacati, che siedono nel Comité central d’entreprise, per riprendere il dialogo interrotto, a botte e bastonate, come abbiamo visto qualche mese fa con i dirigenti di Air France che cercavano di sfuggire agli agguati dei lavoratori davanti alla palazzina al Charles de Gaulle. Il patron della compagnia ha cambiato tattica: ha annunciato un piano di sviluppo, chiamato plan A, che prevede una crescita della produttività del 2%, il 5% per la controllata Transavia, ma non ha fornito nessun dettaglio ai rappresentanti sindacali. La partita è, comunque, difficile: la compagnia è disposta a rinunciare ai tagli (2 mila, oltre ai mille già fatti), solo a patto che i sindacati si impegnino a sostenere un piano di «amélioration de la compétitivité», che vuol dire, in sostanza, lavorare di più.