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 2016  gennaio 12 Martedì calendario

Il potere è sempre in guerra contro la sessualità femminile

Chi prende il potere si preoccupa, per prima cosa, di stabilire un controllo sulla morte e sulla vita. Il potere sulla morte riguarda le guerre e quindi le armi, la giustizia, le prigioni e di conseguenza le leggi. Il potere sulla vita passa per il ventre delle donne. Si è inventato di tutto per tenere sotto controllo la sessualità femminile: dal mito della verginità alla demonizzazione del piacere, dall’esaltazione della maternità alla proibizione di ogni controllo delle nascite esercitato in proprio.
Nel tempo però chi governa si è accorto che è più facile controllare gli eserciti che non il ventre femminile. Per domare e regolare la natalità, non si poteva fare a meno di domare e regolare il pensiero delle donne, ovvero la loro capacità di giudizio, la loro pretesa di autodeterminazione. Per questo i grandi poteri hanno sempre scoraggiato, se non decisamente proibito, ogni forma di studio delle giovani donne. E direi che oggi, su questa linea macabra e arcaica, si pongono perfettamente le scelte feroci del fanatismo islamico contro le ragazze che studiano (vedi caso Malala) o contro le donne che esprimono pubblicamente il proprio pensiero (vedi il caso della giornalista siriana Raqia Hassan, uccisa a Raqqa per avere criticato l’Isis). I fanatici tagliagole hanno addirittura teorizzato la immediata abolizione dello studio della filosofia e della matematica nelle scuole, pena la morte. E tanto per chiarire che fanno sul serio, hanno decapitato cinque insegnanti che non volevano ubbidire.
Le religioni monoteiste sono quelle che hanno dimostrato più timore e disprezzo nei riguardi della sessualità femminile. Pensiamo al nostro simbolo femminile piu amato e diffuso: Maria la madre di Cristo, che, pur avendo partorito, non ha conosciuto sesso. Il mistero della ossessione sessuofobica della Chiesa Cattolica è ancora da spiegare. La sessualità femminile è stata considerata talmente pericolosa da superare il timore delle mafie, delle rivolte popolari, della fame e della mancanza di lavoro. Due esempi letterari che hanno descritto perfettamente questo fenomeno sono: La Lupa di Verga e La figlia di Iorio di D’Annunzio che raccontano, con molta precisione e intelligenza simbolica, come una comunità provinciale decida di difendersi dalla libertà sessuale femminile, prima denigrando e isolando la donna e poi uccidendola, per distruggere con lei ogni velleità di autonomia.