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 2016  gennaio 12 Martedì calendario

Madonna ha passato la giornata a twittare in morte di David Bowie, il Duca Bianco. Per esempio: «Im Devastated! This great Artist changed my life! First concert I ever saw in Detroit! R

Madonna ha passato la giornata a twittare in morte di David Bowie, il Duca Bianco. Per esempio: «Im Devastated! This great Artist changed my life! First concert I ever saw in Detroit! R.I.P.». “RIP” significa «Requiescat In Pace». Questo ci introduce alle più sorprendenti delle reazioni: quelle che arrivano dal mondo cattolico ufficiale. L’Osservatore Romano ha scritto: «Una personalità musicale mai banale. Cinque decenni di musica rock attraversati con un rigore artistico che può sembrare in contraddizione con l’immagine ambigua utilizzata, soprattutto a inizio carriera, per attirare l’attenzione dei media. Si potrebbe anzi affermare che, aldilà degli eccessi apparenti, l’eredità di David Bowie è racchiusa proprio in una sorta di personalissima sobrietà, espressa finanche nel fisico asciutto, quasi filiforme». I frati della Basilica di San Francesco d’Assisi: «La sua profonda dimensione spirituale è confermata anche dal fatto che il cantante pregava ogni mattina. Aveva detto: “Vorrei vivere ad Assisi perché è come stare in Paradiso”». C’è persino il saluto del grandissimo biblista cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, che ha scelto una citazione da Space Oddity: «Ground Control to Major Tom Commencing countdown, engines on Check ignition and may God’s love be with you».

Non traduciamo?
Non traduciamo. È tempo che i nostri giovani lettori imparino l’inglese.  

Non c’è tanto da fare i cristiani con uno come Bowie, avrei detto prima di queste reazioni vaticane. Uno che andava con uomini e donne, cocainomane per un bel pezzo della sua vita, un paio di mogli. Insomma, si direbbe, un dissoluto.
La prima moglie si chiamava Angela Barnett, detta Angie. Un giorno del 1973 entrò all’improvviso nella camera da letto di Bowie e lo trovò sotto le coperte con Mick Jagger. I biografi hanno tenuto a farci sapere che Bowie aveva un grande uccello. Mentre Mick, con tutte le sue libidini, ce l’aveva invece piccolissimo. I due, all’ingresso della moglie, si tirarono su, tutti sudati. Silenzio di pochi secondi. Poi David dice: «Ciao Angie, come stai?». Angie risponde: «Bene, grazie. Vi preparo un caffè?». David dice di sì. Angie torna poco dopo con un vassoio. Caffè e succo d’arancia. Li posa sul letto e dice: «Scusate, vado un po’ fuori a correre».  

Accidenti...
Ava Cherry, vocalist. ««Mick e David erano ossessionati sessualmente l’uno dall’altro. Anche se sono stata a letto con loro tante volte, finivo sempre per essere messa da parte a guardarli». Un’altra che andava a letto con tutt’e due era Bebe Buell, cantante e playmate. «Mi capitava di ricevere telefonate davvero strane da entrambi alle tre del mattino. Mi invitavano a raggiungerli a letto insieme con quattro affascinanti donne di colore... o con quattro bei maschioni neri.»  

Lei, notoriamente incompetente, sta evitando di entrare nel merito del David Bowie cantante.
Non cantante, ma musicista. Mi interessa la citazione di Ravasi, tratta da Space Oddity.
Nel video originale (1969), Bowie sta in mezzo a due gran pezzi di femmina, la situazione è estremamente ambigua. Nello stesso tempo, volteggia nella cabina spaziale. Il 1969 è l’anno in cui l’uomo sbarcò sulla Luna. D’altra parte quel volteggiare non avvicina l’avventura nello spazio all’esperienza estrema delle droghe? Bowie era ossessionato dall’esperienza spaziale, con i suoi uomini piovuti da Marte e la polvere di stelle di Ziggy, ed era ossessionato dalle droghe e dalla ricerca di nuovi territori, sonori e d’immagine. Un quasi pittore (ma dipingeva malissimo) che aveva fatto di se stesso un’opera d’arte. Gli occhi di due colori diversi per via di un cazzotto ricevuto in gioventù, la tuta trapuntata e gli stivali di plastica rossi, la mantellina tipo kimono, la tuta a ragnatela con le finte mani dalle unghie laccate di nero, la redingote con la Union Jack anticata, la tuta in vinile nero Tokyo Pop, il mantello da torero, gli stivali turchese. Abiti messi poi in mostra al Victoria and Albert Museum. Dunque, lei all’apparenza ha ragione. Dove starebbe il cristianesimo di costui, la spiritualità che l’occhio lungo della Chiesa ha percepito dentro le sue trasgressioni? Il David Bowie musicista - e non semplicemente cantante - va capito nell’insieme di tutto questo. Uomo della nostra epoca che fluttua e cerca Dio. Meglio un uomo così, secondo le parole di Francesco, che il fedele piatto, senza inquietudini, che va in Chiesa come in un salotto.  

Di che cosa è morto?
Un cancro, che si portava dietro da 18 mesi. Ha fatto uscire il suo ultimo disco, titolato col segno grafico ★, cioè Blackstar
, l’8 gennaio, la sua data di nascita (anno 1947). Ho l’impressione che abbia provato a farlo coincidere anche con la sua data di morte.