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 2016  gennaio 09 Sabato calendario

Alla fine è stato trovato e ucciso il killer di Tel Aviv. Si era nascosto nel suo villaggio natale

Dopo una caccia all’uomo di una settimana, ieri le forze di sicurezza israeliane hanno ucciso Nashat Milhem, l’arabo-israeliano che il giorno di Capodanno ha ammazzato tre persone a Tel Aviv, le prime due in un pub e poi un tassista durante i primi istanti della fuga che lo ha riportato ad Arara la sua città natale in Galilea distante una settantina di chilometri.
Quando la polizia ha avuto la certezza che Nashat Milhem fosse in quel nascondiglio, una casupola abbandonata nei pressi di una moschea, lo ha circondato. Il killer, secondo il resoconto della polizia, non si è voluto arrendere ed è uscito dal suo covo aprendo il fuoco con la stessa arma, un fucile semiautomatico Falcon di fabbricazione italiana, con cui aveva sparato a Tel Aviv: ha subito ucciso il cane-poliziotto che lo aveva fiutato poi è stato ucciso; nessuno tra gli uomini delle forze di sicurezza israeliane è rimasto ferito.
«La missione è stata portata a termine, ma polizia e Shin Bet (i servizi segreti interni) proseguono il loro lavoro per scoprire tutti quelli che hanno aiutato Milhem» ha dichiarato l’ispettore di polizia Roni Alsheich. Cinque persone, tra cui il fratello, sono già state arrestate perché sospettate di favoreggiamento.
GRANDE FREDDEZZA
Presentato in un primo momento come una persona dalla personalità instabile, Melhem (29 anni) ha invece agito in questa settimana con grande freddezza, costringendo Israele a mobilitare migliaia di agenti per localizzarlo. Subito dopo l’attacco al pub era praticamente svanito nel nulla. In seguito sarebbe salito su un taxi, guidato da un arabo israeliano. Durante il tragitto Milhem si era accorto che nel veicolo era in funzione un telecamera. Avrebbe allora ucciso l’autista (in una spiaggia isolata, dove non c’erano altre telecamere di sicurezza) e distrutto le immagini.
Per una settimana la sua effigie è apparsa ripetutamente su tutti i mezzi di comunicazione israeliani. Per diversi giorni nella zona dell’attacco al pub i genitori hanno avuto paura di mandare i figli a scuola. Nel frattempo, si è appreso ieri, Melhem era già tornato al villaggio natale: un oggetto da lui abbandonato sul terreno aveva il suo Dna. Da quel momento la polizia ha cominciato a cercarlo nella zona, passando di casa in casa, avvalendosi anche di cani segugio. Ieri l’errore che gli è costato la vita. Nello scontro a fuoco con la polizia, Melhem è rimasto ucciso. Per lo Shin Bet si tratta di una vittoria a metà, perché probabilmente avrebbe preferito catturarlo vivo per cercare di capire se avesse agito da solo o dietro l’impulso di una qualche organizzazione.