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 2016  gennaio 09 Sabato calendario

Il debutto di Verdelli, un marziano in Rai

Gli operai stanno ancora lavorando, al settimo piano di viale Mazzini, l’unico a godere di un biondo parquet al posto dell’ospedaliero linoleum caratteristico degli altri piani. Luci suadenti, pareti imbottite. Persino elettricisti e falegnami sembrano in soggezione. È il piano del potere Rai e loro danno gli ultimi tocchi alla stanza di Carlo Verdelli senza neanche saperlo. Non sono porte da etichette e da numeri quelle.
Si celebra il secondo giorno di Carlo Verdelli in queste stanze come direttore editoriale per l’offerta informativa Rai, una figura inesistente prima, creata dal Dg Antonio Campo Dall’Orto per sgretolare definitivamente lo scellerato piano Gubitosi. In teoria dovrà assicurare il coordinamento dell’area informativa, le sinergie tecnologiche e umane, in pratica risponderà solo al dg mentre saranno i direttori di testata a dover rispondere a lui, di tutto, tenendo conto di una parola d’ordine lanciata come un mantra da Campo Dall’Orto a Verdelli: contemporaneità, di racconti, di linguaggi.
I possibili eventuali malumori, si dovessero mai consumare, partirebbero da diverso indirizzo; è a Saxa Rubra che Verdelli dovrà vedersela, è nella cittadella nel nulla che alberga il suo core business governato da lontano. Ieri intanto Verdelli (ascesa a Rcs e il miracolo di Vanity Fair, tra l’altro) ha preso le misure, tacendo. Ha partecipato alla prima riunione editoriale di edizione di rete della sua vita, ha preso atto dei dati d’ascolto e non ha proferito verbo. Ha incontrato i vertici aziendali e alcuni responsabili di strutture. Una cosa l’ha detta e con fastidio: si è negato a tutti i colleghi che volevano seguire i suoi passi e raccontarli, un no secco senza appello. Tornando a Saxa si respira aria di cauta e benevole attesa, personaggio stimabile, si dice, un esterno che non crea imbarazzo come invece è successo in passato. Capirà poco di tv, per ora, ma è esperto manager e persino i direttori dei tg, sui quali pesa una molto probabile fine di mandato, guardano a lui con speranza.
Perché i nodi sono tanti legati anche al totale smantellamento del percorso delle newsroom voluto dal precedente vertice. Mercoledì è fissato il prossimo cda nel quale Campo Dall’Orto entra dg e esce ad, nella stessa giornata le commissioni di vigilanza. Le nomine di reti e testate dovrebbero arrivare solo dopo il Festival di Sanremo per non rischiare di rovinare gli equilibri legati alla permanenza o meno del direttore Leone.
A Saxa Rubra molto ci si aspetta da Verdelli. «Lui dovrà capire che cosa fanno le reti – dicono alcuni conduttori di tg al bar chiedendo omertà sui nomi – e poi potrà decidere dei tg. Perché una cosa è certa, il contrario sarebbe impraticabile. Ce lo vedete Ballarò che si adegua ai desiderata di un tg? O Renzi che va da Vespa a consegnare il verbo e poi tutti ad aspettare le direttive del tg?». E, come accade al bar quando il lunedì sono tutti mister, anche qui fioccano i consigli e i veleni sulle testate, sull’informazione regionale e sulla radio. «C’è preoccupazione, il risparmio è basilare ed è legato ai 400 esuberi dei quali non si può parlare. Andassero via, salterebbero la previdenza e l’assistenza sanitaria il giorno dopo, sono pensioni troppo forti. Si deve migliorare il prodotto, cambiare ma per fare che? La politica ci dia la mission, i manager sappiano come metterla in pratica». Verdelli silente dovrà compiere il miracolo.