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 2016  gennaio 09 Sabato calendario

Identificati 22 profughi accusati di molestie sessuali nella notte di Capodanno a Colonia. Si erano organizzati via WhatsApp

Lo hanno congedato con un formula stringata: «ritiro anticipato». Il capo della polizia locale di Colonia, Wolfgang Albers, 60 anni, ieri ha pagato così l’inefficienza nel gestire il caos di Capodanno quando, nella zona tra la stazione centrale e la Cattedrale affollata per i festeggiamenti, circa 200 persone sono state vittime di furti, lesioni e – in almeno tre quarti dei casi – molestie sessuali, mentre due donne sono state stuprate.
Sono poco più di duecento le denunce presentate: 170 alla polizia locale che – ha rivelato ieri il quotidiano Frankfurter Allgemeine Zeitung – nelle ore più drammatiche di Capodanno ha rifiutato i rinforzi offerti dal vicino presidio di Duisburg. Altre 32 sono state raccolte dalla Polizia federale, che aveva la responsabilità di mantenere l’ordine all’interno della stazione e nei primi trenta metri circostanti, e che ha individuato 31 sospetti. Si tratta di 9 algerini, 8 marocchini, 5 iraniani, 4 siriani, un iracheno, un serbo, uno statunitense e due tedeschi. Tra questi ci sono anche 22 richiedenti asilo: nessuno di loro è indagato per i reati a sfondo sessuale. I rifugiati sarebbe invece coinvolti nei furti: alcuni cellulari rubati sono stati tracciati fino alle immediate vicinanze dei centri di accoglienza che li ospitano. Poi si sono spenti.
Sono invece 19 le persone finite al centro dell’inchiesta della polizia locale, che poco dopo la mezzanotte di giovedì ha fermato nella piazza dietro la stazione un 16enne marocchino, Issam D., e un 23enne tunisino, Mohamed T.: secondo Der Spiegel sarebbero noti alle forze dell’ordine come borseggiatori, ma sono accusati di aver preso parte alle aggressioni sessuali. Sui telefonini, rivela il quotidiano Kölner Stadt-Anzeiger, avevano video e foto della notte di Capodanno che mostrerebbero tra l’altro molestie contro le donne. E in tasca conservavano un foglietto con traduzioni in tedesco di alcune espressioni arabe. Frasi come «Ti voglio baciare», «Voglio sc…re» ma anche «Sto scherzando» e «Ho una sorpresa». Possibili indizi di un movente sessuale. Quella che ha destato più preoccupazione suona come «ti voglio uccidere sc…re» ma probabilmente è un errore di traduzione che voleva significare «Ti voglio sc…re fino alla morte». Ma senza accuse concrete ieri pomeriggio sono tornati a piede libero.
Due marocchini appena maggiorenni, richiedenti asilo, Mehdi E.-B., di 19 anni e Otman K., di 18. erano stati invece arrestati il 3 gennaio per aver rubato un cellulare – riferisce Der Spiegel —: farebbero parte di un gruppo di 5 uomini che quello stesso giorno hanno infastidito alcune donne e sono sospettati di essere tra i molestatori di Capodanno. Processati per il furto se la sono cavata con una settimana di arresto. Quattro fermi, per di più temporanei, sono troppo poco per placare lo sdegno suscitato in tutta la Germania dalle aggressioni di Colonia. E infatti l’allontanamento del capo della polizia locale è arrivato, ha spiegato il ministro dell’Interno della Renania Settentrionale-Vestfalia Ralf Jaeger, per «ristabilire la fiducia dell’opinione pubblica».

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La folla che a Capodanno ha invaso le scalinate della cattedrale di Colonia superando le aspettative (e la capacità di controllo) della polizia non era lì per caso. «La zona della stazione è sempre stato un punto d’incontro per i migranti, ma quella notte ce ne erano molti di più del solito perché le comunità di siriani, algerini e marocchini si erano date appuntamento via Facebook o WhatsApp» dice Marco Kammholz, un assistente sociale che nella città renana lavora con i giovani a rischio e i minorenni stranieri «non accompagnati», cioè gli adolescenti arrivati da soli in Europa per sfuggire alle guerre o alla povertà dei Paesi di origine. «Due dei ragazzi che seguo (tra i 15 e i 20 anni) avevano ricevuto l’invito a trovarsi alla stazione tramite il passaparola sui cellulari», aggiunge.
È una questione centrale: nei giorni scorsi il ministro della Giustizia tedesco Heiko Maas aveva parlato di «una nuova dimensione della criminalità organizzata», riferendosi all’ipotesi che «migliaia» di uomini si fossero riuniti apposta a Colonia per dar corso alle aggressioni contro le donne che hanno sconvolto la Germania. La concomitanza con episodi simili in altre città dell’Europa, da Helsinki a Zurigo fino a Stoccolma (è di ieri la notizia che ad Amburgo le denunce di molestie sessuali a Capodanno sono salite a 108), aveva persino fatto temere in ambienti investigativi europei la possibilità che gli attacchi fossero stati fomentati da gruppi xenofobi per poi strumentalizzare l’inevitabile sdegno dell’opinione pubblica. E ieri il settimanale Spiegel ha rivelato che gli inquirenti tedeschi stanno cercando di capire se la folla di Capodanno possa aver attirato sotto le guglie della Cattedrale di Colonia un numero più alto del solito di borseggiatori. O persino di molestatori seriali che sfruttano le masse per sfuggire alla cattura, come succede «da anni in Nordafrica», per esempio «a Piazza Tahrir» durante la primavera araba. Ma al momento si tratta di congetture che vengono prese con molta prudenza.
«Il ritrovo alla stazione era pianificato, ma questo non significa che le persone fossero lì per compiere molestie o borseggi – chiarisce Kammholz —. Molti giovani migranti sono in Germania senza una famiglia e semplicemente non hanno luoghi dove poter stare con gli altri. I ragazzi che conosco ci erano andati per passare del tempo con i loro amici. Ciò non toglie che si sia creata una situazione minacciosa e pericolosa, o che serva una riflessione sul machismo anche negli ambienti degli immigrati. Ma purtroppo le violenze sessuali qui a Colonia sono spesso un problema quando ci sono manifestazioni che riuniscono grandi gruppi di uomini, magari ubriachi, dal Carnevale agli incontri di calcio. Il punto è come garantire la sicurezza di una città».
Un ragionamento confermato indirettamente da Bernd Petelkau, capogruppo della Cdu in consiglio comunale (parte della coalizione che sostiene la borgomastro Henriette Reker): «Le aggressioni di Capodanno non sarebbero state possibili in quelle dimensioni se ci fossero stati abbastanza agenti – afferma —. È il primo rimprovero che facciamo all’ex capo della polizia Wolfgang Albers». E ieri la cancelliera Angela Merkel ha fatto sapere tramite il suo portavoce di considerare quanto successo nella città renana «un caso di criminalità» e «non legato ai profughi», anche se – ha aggiunto – «è importante che tutta la verità esca fuori e che nulla venga passato sotto silenzio». Poi, durante un incontro pubblico, ha precisato che serve una riflessione su quali reati «fanno perdere il diritto a essere ospitati» a migranti e rifugiati. Aprendo così uno spiraglio al fronte dell’opinione pubblica che dopo i fatti di Capodanno mette sotto accusa la sua politica di accoglienza. Anche per contrastare i partiti e i movimenti della destra che li stanno usando per chiudere le porte agli stranieri: oggi pomeriggio alla stazione di Colonia manifesteranno i dimostranti anti-immigrati del movimento Pegida. A Colonia era praticamente scomparso. Ora ha riacquistato forza.