ItaliaOggi, 8 gennaio 2016
Il dizionario finanziario del diavolo scritto da Zweig
Il diavolo non si nasconde soltanto nei dettagli. Può anche annidarsi dietro le parole. Con il titolo Il Dizionario finanziario del diavolo (PublicAffairs, 2015), l’autore, Jason Zweig, editorialista del Wall Street Journal, offre una guida di sopravvivenza per affrontare l’inferno dei mercati e l’avidità di chi ne tira le fila, partendo dal concetto che per combattere il male bisogna conoscerlo.
Ma attenzione, questo pamphlet non ha niente di anticapitalistico. «Non credo che Wall Street sia il diavolo», ha dichiarato Zweig nell’introduzione, nonostante riconosca che mascalzoni e imbroglioni abbiano avuto la loro parte nel cataclisma finanziario del 2008. «Ma», dice, «disattenzione, compiacenza, eccesso di confidenza hanno contribuito alla crisi finanziaria molto di più che la disonestà». Tutti conoscono il detto «Aiutati e il cielo ti aiuterà», ma, come l’autore ricorda, «non si può fare senza almeno una conoscenza di base di banchieri, broker e altri consulenti finanziari». «Lo scopo di questo dizionario, che con distanza e cinismo, si concentra su come i mercati finanziari usino la lingua per dissimulare piuttosto che rivelare l’informazione», dice l’autore, il cui obiettivo è cercare di distillare le complessità, le oscurità e le pomposità di Wall Street in definizioni concise che tutti possono capire.»
Che dire dell’editorialista?
ASCOLTATORE. In latino, colui che ascolta; in francese, colui che obbedisce. Troppo spesso i contabili approvano il bilancio di una società esattamente come la direzione di questa azienda si augura che essi siano approvati.
BORSA. Alveare caotico di milioni di persone che sovrapagano con la speranza di sottopagare il valore.
BANCA CENTRALE. Gruppo di economisti che credono che le loro previsioni attuali si riveleranno giuste, anche se le loro precedenti anticipazioni erano poco affidabili, come le loro attuali politiche avranno successo, anche se le precedenti hanno fallito in passato (...).
Dovreste essere in grado di rispondere a questo indovinello: qual è la differenza tra un banchiere centrale e una banderuola? Entrambe ruotano con il vento, ma è solo il banchiere centrale che pensa che sia lui a determinare in quale direzione soffia.
ECONOMISTA. Professore che studia il mondo reale arroccato in cima a una torre d’avorio e conclude che le interazioni caotiche tra persone, beni e denaro sono coerenti con le sue teorie.
LEGGE DODD-FRANK (Riforma di Wall Street ndr). Legge di regolamentazione finanziaria promulgata nel 2010, che cerca di evitare che le istituzioni finanziarie diventino «troppo grandi per fallire», ma è soprattutto riuscita a essere troppo lunga per essere letta, troppa complessa per essere compresa e troppa contorta da applicare.
GRECIA. Nazione situata nell’Europa meridionale, conosciuta per la filosofia, la matematica, l’architettura e la sua propensione a ingannare i creditori. Fra il 1826 e il 2008 la Grecia ha fatto fallimento sul suo debito o presentava degli arretrati nel 51% dei casi, secondo gli economisti Carmen Reinhart e Kenneth Rogoff. Tuttavia gli investitori professionali si sono precipitati a comprare obbligazioni elleniche alla fine degli anni 2000. Quando la Grecia è nuovamente andata in default nel 2012, questi esperti si sono meravigliati, anche se perfino un bambino di sette anni avrebbe loro consigliato di non prestare soldi a un debitore che avesse un curriculum del genere.
IRRAZIONALE. Parola che serve a descrivere nessun altro investitore che voi stessi.
REGOLATORE. Burocrate che cerca di frenare degli elefanti infuriati brandendo un piumino davanti a loro. Ugualmente un futuro addetto di una banca, di un fondo speculativo, di una società di investimento o di un’organizzazione di lobby finanziaria. Invano abbiamo cercato in questo dizionario la definizione di editorialista in un quotidiano economico. Sembra tuttavia evidente che questa nobile professione occupi un ruolo importante nel pandemonio della finanza. Non è parte attiva delle bassezze del sistema, talvolta della sua compiacenza o della sua mancanza di discernimento nel denunciare i famosi eccessi di fiducia evocati dall’autore? Una dimenticanza a cui Jason Zweig rimedierà sicuramente nella prossima edizione del suo dizionario.