il Giornale, 8 gennaio 2016
Una petizione per salvare Bossetti: «È una vittima»
Da presunto mostro a vittima. Capro espiatorio, innocente. La metamorfosi di Massimo Bossetti, si compie sul web. Prima le magliette, le tutine per bimbi, bracciali e collanine griffate con l’angosciosa parafrasi «Je suiss Bossetti» vendute per raccogliere fondi- almeno si spera- per la famiglia senza sostegno del muratore di Mapello detenuto da ormai un anno e mezzo. Ora, sempre on-line, una petizione per chiederne i domiciliari. L’uomo accusato di aver barbaramente ucciso Yara Gambirasio in quel di Brembate conta sempre più su nuovi fan. Dopo che lo scorso 22 dicembre la Corte d’Assise di Bergamo- respingendo la richiesta della difesa che chiedeva la carcerazione in casa con bracciale elettronico- aveva deciso che il carpentiere dovesse restare in carcere, da qualche giorno sul sito Change.org è comparsa la nuova iniziativa.Almeno due navigatori hanno utilizzato la famosa piattaforma web usata in tutto il mondo per alimentare battaglie civili, per tendere la mano a quest’uomo che, comunque vadano i processi, continuerà a dividere l’opinione pubblica. Una delle promotrici, stando a quanto riferiscono i dati sul profilo, si chiama Cristina Bigi, 40 anni e il primo giorno del nuovo anno ha postato «Dissequestrate Massimo», «petizione per consentire a Massimo Bossetti l’assegnazione ai domiciliari».La petizione, alla quale hanno aderito finora circa 180 internauti verrà inviata al ministro della Giustizia, Andrea Orlando: «Si chiede di verificare perché la Corte ha disatteso la legge in vigore sulla carcerazione preventiva», afferma la promotrice dell’iniziativa. «Fino al terzo grado di giudizio è giusto che Bossetti possa rimanere a casa con la propria famiglia – ha sottolineato Cristina Gibi -. Come è stato ad esempio anche per Alberto Stasi. Se non sono disponibili questi braccialetti elettronici, possiamo anche comprarglielo noi».A queste firme vanno aggiunti quelle di un’altra trentina di persone che hanno firmato una simile richiesta intitolata: «Per principio di legge, Massimo Giuseppe Bossetti ai domiciliari», aperta da tale Stefano Grech e indirizzata alla Corte Costituzionale.