MilanoFinanza, 8 gennaio 2016
Netflix alla prova dei numeri
La scommessa di Netflix si estende su scala planetaria. In occasione del Consumer Electronics Show di Las Vegas la società americana ha fatto sapere attraverso il ceo Reed Hastings di aver triplicato la sua presenza globale rendendo disponibile il suo servizio di streaming televisivo in altri 130 Paesi portando così a 190 i mercati serviti in tutto il mondo. Per Netflix si tratta dello sforzo di espansione più imponente nell’ambito delle strategie di internazionalizzazione avviate da alcuni anni per ridurre la dipendenza dal solo mercato degli Stati Uniti. Netflix, lanciato negli Usa nel 2007, ha mosso i primi passi oltreconfine puntando su Canada e passando poi in America Latina, Europa, Australia e Giappone. Ora tra i nuovi mercati raggiunti ci sono quelli di Russia, India, Singapore e Polonia. La società inoltre ha aggiunto alle 17 lingue già supportate il servizio in arabo, coreano e dialetti cinesi. La piattaforma di video in streaming non è ancora disponibile in Crimea, Corea del Nord e Siria, Paesi colpiti dall’embargo statunitense, e non è ancora attivo in Cina, ma sta valutando opzioni per attivare il servizio. Un anno fa Netflix ha reso nota l’intenzione di espandersi in 200 Paesi in tutto il mondo e di completare entro fine anno il lancio a livello globale del servizio. A Wall Street l’azione è passata negli ultimi 12 mesi da 50 a 119 dollari, un valore più di 400 volte superiore agli utili attesi nel 2016 e oltre cinque volte superiore al fatturato previsto. Ovviamente gli esperti si interrogano abbondantemente sulla sua capacità di macinare utili, soprattutto nella misura attesa. Lo scorso trimestre le perdite di Netflix sono raddoppiate a 67,6 milioni su base annua e per il 2015 la società ha ridotto la guidance sui profitti. Al riguardo molti ipotizzano che l’aumento dei Paesi potrebbe significare minori margini, almeno nell’immediato.