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 2016  gennaio 08 Venerdì calendario

La sedicenne di Ancona che fece uccidere i genitori ora avrà tutta l’eredità

Il fidanzato ha massacrato i suoi genitori crivellandoli a colpi di pistola, lei è in carcere con l’accusa di concorso in omicidio, eppure, essendo figlia unica, le spetta ogni centesimo dell’eredità. A lei andranno non solo i proventi della casa di famiglia, già messa in vendita, ma anche le pensioni di mamma e papà, col meccanismo della reversibilità. Ha un futuro economico che pare garantito la sedicenne di Ancona, indagata insieme al fidanzato, Antonio Tagliata, appena 18 anni, per l’omicidio di Fabio Giacconi e Roberta Pierini.
L’episodio risale allo scorso 7 novembre: Giacconi e la moglie vennero freddati dal fidanzato della figlia che, dopo esser passato a prenderla a scuola, l’aveva accompagnata a casa armato fino ai denti, con una calibro 9, un caricatore e altre decine di proiettili in tasca, deciso ad affrontarli per «un chiarimento». Con quella che è stata definita una «vera e propria esecuzione», Tagliata sparò ai genitori di lei, colpevoli di ostacolare la love story dei due giovani. Sparò alla madre, caduta a terra nel tentativo di fuggire, al braccio e alla testa finendola senza pietà. E sparò al padre della giovane che era riuscito a raggiungere il balcone per chiedere aiuto. L’uomo, centrato alla nuca da un proiettile, rimase agonizzante per giorni e morì quasi un mese dopo. Tutto accadeva sotto gli occhi della ragazzina che, pochi minuti dopo, in sella a un motorino tentava la fuga insieme al fidanzato.
Sotto interrogatorio Tagliata confessò subito l’omicidio, accusando la giovane di averlo istigato a sparare. Secondo la versione del reo confesso, infatti, la sedicenne non solo sapeva che lui era armato e deciso a far valere le loro «ragioni», ma ad un certo punto durante la discussione intavolata coi genitori avrebbe anche gridato «spara, spara». Un ordine eseguito da Tagliata con otto colpi. Questa la versione del giovane, sostenuta anche dai suoi genitori che parlano di un ragazzo buonissimo, che aveva paura del padre di lei, plagiato dalla fidanzata fino ad uccidere. Per la difesa invece la ragazza, che si trova in carcere per concorso, non pronunciò mai quelle parole e la sua posizione non è ancora stata definita.
Quello che è certo, invece, è che secondo la legge potrà essere l’erede dei beni di famiglia. A spiegarlo, rilasciando una dichiarazione a Il Messaggero, è stato il tutore legale della giovane secondo cui alla sedicenne spetta tutto in quanto figlia unica, per le regole di successione che prevedono il passaggio dei beni, addirittura anche nel caso una persona sia condannata con sentenza definitiva per l’omicidio dei genitori. «Solo i parenti più prossimi possono presentare richiesta di indegnità all’eredità e impedire che la persona in questione erediti», ha spiegato il legale. Nel caso della ragazzina, tale ipotesi sembra lontana.
Proprio per tentare un riavvicinamento con la famiglia, poco prima di Natale, la giovane aveva inviato una lettera ai parenti dal carcere: «Mi mancano mamma e papà. Le mie compagne ricevono le visite dei genitori, io non li rivedrò più». Nonostante il dolore, i parenti della madre hanno deciso di sostenere l’adolescente: il nonno, gli zii e i cugini si sono recati a trovarla per le feste, portandole il conforto del perdono. «Temevo che non mi voleste più bene, che mi giudicaste responsabile», avrebbe detto la giovane tra i singhiozzi durante l’incontro. Nulla dunque lascia pensare ad un epilogo diverso: l’appartamento di via Crivelli in cui è avvenuto il massacro è già in vendita e il ricavato spetterà alla giovane.
E così pure le pensioni dei due genitori, compresa quella del padre che era sottufficiale dell’Aeronautica, saranno utilizzate per il sostentamento della ragazzina.