Libero, 6 gennaio 2016
Pass Ztl scontati per i membri della Consulta. Alla fine Tronca si arrende
Non si può dire di no alla Corte Costituzionale. Perché quel no dura lo spazio di un mattino. Ne sanno qualcosa il governo di Matteo Renzi e soprattutto il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, e il commissario straordinario del comune di Roma, prefetto Francesco Paolo Tronca.
Sia gli uni che gli altri avevano provato a limare un po’ di benessere che si respira alla corte suprema italiana. Ma non c’è stato niente da fare. Gli uni e gli altri hanno dovuto fare dietrofront davanti al muso duro mostrato dalla Corte Costituzionale, e si sono rimangiati le loro decisioni. Il prefetto di ferro di Roma a dire il vero aveva ingenuamente copiato e incollato l’ultima delibera sull’accesso al centro storico di Roma che era stata preparata nell’aprile scorso dal sindaco della città, Ignazio Marino. Siccome i bilanci della capitale fanno acqua da tutte le parti, pure generosamente aiutati da tutti gli altri contribuenti italiani attraverso i generosi contributi del governo a Roma Capitale, Marino aveva deciso di alzare di molto il costo dei permessi annuali per entrare nella zona a traffico limitato da anni istituita nel centro storico e anche in altri quartieri come Trastevere e San Lorenzo. Sono passati da cifre che oscillavano fra 500 e 700 euro l’anno a una forchetta compresa fra 2.032 e 2.832 euro l’anno, a seconda della potenza e delle caratteristiche inquinanti del veicolo. L’idea era duplice: fare entrare qualche risorsa in più nelle casse del comune di Roma, e allo stesso tempo proprio grazie al super rincaro, diminuire un po’ traffico ed emissioni della capitale. Si pensava che chi non avesse una ragione di vita per entrare nel centro storico, di fronte a quei prezzi magari rivalutasse il trasporto pubblico della capitale. E infatti questo è avvenuto, nonostante la prima bocciatura di quelle tariffe da parte del Tar del Lazio. Ai prezzi base il Comune aveva stabilito alcune eccezioni: per le targhe vaticane i permessi hanno un prezzo fisso annuale scontato a 56,38 euro, indipendentemente dalle caratteristiche del motore. Per le forze di polizia, prezzi variabili fra 130 e 181 euro l’anno. Per i medici in servizio fra 282 e 382 euro l’anno. Stessa cifra per gli autorizzati della presidenza della Repubblica (nel caso dei carabinieri lì in servizio prezzi identici a quelli delle altre forze di polizia). Tronca non ha fatto che ripetere quella delibera per il 2016. E l’ufficio del commissario straordinario di Roma ha iniziato a tremare. Perché lassù, alla Corte Costituzionale, non l’hanno presa bene. Ma come, ai dipendenti del Quirinale qualche centinaio di euro l’anno e per noi più di 2 mila euro? Dal Comune hanno fatto presente che perfino i parlamentari debbono pagare tariffa piena, e ovviamente lo fanno pure i dipendenti di Camera e Senato, le più alte istituzioni della Repubblica dopo il Quirinale. Ma niente, l’argomento non ha avuto alcun effetto e lassù la corte suprema ribolliva. Ne hanno fatto una questione di dignità e di rango istituzionale: “noi siamo la più alta istituzione, alla pari del Quirinale. Non possiamo essere messi al livello della Camera e del Senato”. Non a caso il Palazzo della Consulta è proprio davanti al Quirinale. Il povero Tronca ha tremato. E alla fine si è dovuto arrendere. Così ha riscritto una nuova delibera e il nuovo privilegio per giudici e dipendenti della Corte Costituzionale è stato scritto nero su bianco. Prezzi scontati perfino rispetto al passato, visto che la forchetta per il loro permesso Ztl 2016 è stata abbassata a 216-266 euro, a seconda delle caratteristiche del motore del veicolo utilizzato. Privilegio conquistato che si aggiunge a quelli da tempo messi da parte dai giudici supremi: alloggi di servizio, stipendi sottratti alla mannaia del tetto di 240 mila euro che è stato applicato a tutti gli altri componenti della magistratura italiana, auto blu personale, spostamenti sempre gratuiti, cumulabilità di reddito e pensione, status riconosciuto sia pure per periodo più breve di quel che avveniva anche dopo la cessazione delle funzioni.
Ma la vittoria su Tronca non è stata la sola. Il governo Renzi aveva infatti deciso di dare qualche segnale di risparmio nella legge di stabilità anche una lievissima limatura dei contributi di funzionamento agli organi costituzionali. Manco un centesimo ridotto nel 2016, ma taglietto al bilancio della Corte Costituzionale nei due anni successivi: 2017 e 2018. In quel biennio il contributo dello Stato al funzionamento della corte suprema sarebbe sceso dai 52 milioni e 700 mila euro del 2016 a 52 milioni e 520 mila euro. Una riduzione quasi impercettibile, di 180 mila euro. Ma anche in questo caso, apriti cielo! La Corte ha fatto presente al governo che era impossibile ridurre il fondo, quando alcune spese ordinarie e indispensabili stavano crescendo non per responsabilità loro. E fra queste ha citato anche il caro permessi ztl di Roma (che poi non c’è stato). Così il governo ha fatto indietro tutta e portato il 15 dicembre scorso in commissione Bilancio della Camera un emendamento che riportava quei 180 mila euro sui bilanci della Corte sia nel 2017 che nel 2018.