la Repubblica, 6 gennaio 2016
In morte di Richard Sapper
Il designer che ha sfidato il tempo ci ha lasciato. L’ultimo giorno del 2015 è stato anche l’ultimo di Richard Sapper. L’uomo del telefono Grillo (1966) e del televisore Algol (1965), della radio Cubo (1964) e della lampada Tizio (1972) è riuscito nella sorprendente impresa di progettare oggetti tecnologici che restano desiderabili anche oggi che la tecnologia con cui erano nati è ormai obsoleta. Oggetti che si sono testardamente rifiutati di morire perché la loro efficace bellezza si è aggrappata al presente, è stata più forte di antiquati tubi catodici e transistor, filamenti a incandescenza e dischi selettori.
Lo hanno salutato una cinquantina di persone, ieri mattina, al funerale nella chiesa luterana di via de Marchi, nella sua Milano. Perché, anche se era nato a Monaco e aveva fatto il primo apprendistato all’ufficio progetti della Mercedes-Benz, è a Milano che ha voluto trapiantarsi trovando un fertile terreno e gli incontri decisivi. Prima quello con Gio Ponti, il maestro, e poi quello con Marco Zanuso, l’amico e il compagno di alcune delle creazioni più memorabili. Fra i due, sedici anni di differenza – Zanuso, morto nel 2001, era del 1916, Sapper del ‘32 – e un sodalizio durato 18 anni, consolidato dagli incarichi che la Brionvega affidava loro, perché l’azienda aveva deciso di giocare la carta del design made in Italy contro la concorrenza giapponese, tedesca e americana che dominava il settore tecnologico.
Malgrado i molti oggetti-icona, il suo non è bel design quanto piuttosto un buon design. Il bello è quasi sempre la naturale conseguenza di quell’attenzione alla funzione e all’economicità formale che dovrebbe essere il tratto distintivo della progettazione industriale, soprattutto ad alta tecnologia. Il telefono Grillo messo a punto per Siemens, chiamato così per il caratteristico ronzio della suoneria, con la sua struttura a conchiglia che andava aperta per usarlo, ha anticipato i primi telefoni cellulari. La lampada Tizio, prodotta da Artemide, non ha nessun filo che corre lungo i bracci orientabili, tenuti in equilibrio da contrappesi, perché il contatto elettrico passa nell’interno dei bracci stessi; il risultato, di estrema pulizia formale, è indimenticabile.
Ma anche se ha firmato una quantità impressionante di oggetti hi-tech, tra cui è obbligatorio ricordare i computer per IBM come la serie di ThinkPad (l’ultimo nel 2013), Sapper è stato anche l’ideatore di tanti oggetti domestici, di uso quotidiano, che incarnano l’altra faccia della suo stile, quella intimista, ironica e poetica. Ben rappresentata da creazioni apparentemente marginali, come la sedia per bambini K-1340 per Kartell (1963), la maniglia Laser per Olivari (1999), ma soprattutto la significativa produzione per Alessi, per esempio la caffettiera 9090, il bollitore 9091, le serie di pentole progettate con la collaborazione di grandi chef o la grattugia Todo. «Lo considero uno dei miei quattro maestri», dice Alberto Alessi, ieri a Milano per il funerale, «con Sottsass, Mendini e Achille Castiglioni. Era un designer estremamente accurato. Arrivava con decine, a volte centinaia di disegni di ogni dettaglio, con particolari che qualche volta sfuggivano ai nostri tecnici, e lui si arrabbiava moltissimo. D’altra parte era facile alle sfuriate».
Un metodo di lavoro che non gli derivava solo dall’esperienza di progettazione per oggetti tecnologici, ma era un radicato tratto del carattere. «Per noi», continua Alberto Alessi, «è stato un apripista: la prima caffettiera, il primo bollitore d’autore... un bollitore che definirei multisensoriale; accettò di disegnarlo ma avvertì: “però non voglio fare un altro bollitore con il solito sibilo, così ansiogeno”, e disegnò il poetico doppio fischietto del 9091, che era legato a un ricordo della sua infanzia a Stoccarda, quando sentiva il fischio dei battelli a vapore che passavano sul fiume Neckar. Alla fine ci riuscimmo: suona due note, un mi e un si». Fra le molte curiosità del Sapper domestico, c’è anche la grattugia Todo. «Lui, che non sapeva cucinare», ricorda Alessi, «a casa aveva l’incarico di grattuggiare il formaggio. Si era convinto che le grattugie tradizionali avessero una “corsa” troppo corta. Per questo Todo è un alto cono inclinato: offre una grattugiata lunghissima».
Sapper, le cui opere sono nei musei del design di tutto il mondo, ha vinto con esse ben dieci Compassi d’oro, il più ambito premio di design made in Italy, e un undicesimo alla carriera, nel 2014. Il primo l’aveva ricevuto nel 1960 per l’orologio da tavolo Static di Lorenz, giudicato esemplare «per il rigore del progetto e per la cordialità dell’oggetto» da una giuria in cui c’era un altro grandissimo: Vico Magistretti.