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 2016  gennaio 06 Mercoledì calendario

Decine di donne aggredite in piazza da un migliaio di persone, a Capodanno, a Colonia: «Erano nordafricani o mediorientali» • L’Iran blocca i pellegrinaggi alla Mecca • Obama in lacrime: «Basta con le armi facili» • Le stragi di profughi nel Mediterraneo • Record d’ingressi al Colosseo • A Pechino sono d’obbligo i corsi di Stato per imparare a essere «buoni padri e mariti»

 

Colonia Nella multietnica Colonia la festa per Capodanno nella piazza tra il duomo gotico e la stazione centrale si è trasformata in un incubo per le donne presenti o che passavano di lì. Sono state accerchiate e aggredite da circa un migliaio di uomini divisi in piccoli gruppi: giovani tra i 15 e i 35 anni per la maggior parte ubriachi, dall’aspetto nordafricano e mediorientale. Finora si contano novanta denunce per molestie sessuali, palpeggiamenti e borseggi. Una per stupro. Angela Merkel ha espresso «indignazione» di fronte agli «attacchi ripugnanti e alle molestie sessuali» e ha chiesto «una risposta ferma» da parte dello Stato di diritto: «Si deve fare tutto il possibile per identificare quanto prima i colpevoli e punirli, da dovunque arrivino». Ma lo sforzo delle autorità tedesche è stato anche quello di non permettere alle forze populiste e xenofobe, in crescita nei sondaggi sull’onda del malcontento anti-immigrati, di sfruttare questo gravissimo episodio. Già da tempo «Alternativa per la Germania» chiede la chiusura delle frontiere. E anche gli alleati criticano la cancelliera. Il leader della Csu Horst Seehofer ha di nuovo proposto un limite annuale di 200 mila rifugiati da accogliere in Germania, meno di un quinto delle richieste di asilo presentate alle autorità tedesche nel corso del 2015. In entrambi i casi la risposta di Merkel è stata un «no». La sindaca Reker, che ha convocato un vertice di sicurezza con i capi della polizia locale e federale, ha spiegato che «non c’è la minima indicazione che tra i colpevoli vi siano profughi attualmente ospitati nei centri della città, ogni supposizione in tal senso è assolutamente inattendibile» (Basso, Cds).

Iran-Arabia E’ ancora scontro aperto tra Iran e Arabia Saudita. L’esecuzione voluta da Riad sabato scorso dello sceicco sciita Nimr al Nimr (assieme ad altri 46 detenuti, di cui 43 sunniti) e l’attacco di rappresaglia della folla il giorno seguente contro le sedi diplomatiche saudite in Iran hanno inasprito le tensioni inter-islamiche già molto acute tra universo sciita e sunnita. Ieri l’Iran ha deciso di bloccare i pellegrinaggi alla Mecca durante tutto l’anno, eccetto il mese di Ramadan. Una misura che era già nell’aria dopo gli incidenti dello scorso 24 settembre, quando oltre 1.500 pellegrini persero la vita schiacciati nella calca alla Mecca. Almeno 450 erano iraniani. Oggi però la scelta iraniana è di sfida alla tradizionale aspirazione della casa reale saudita a legittimo custode dei luoghi più sacri dell’Islam. Ad essa si coniuga il linguaggio esplicito della minaccia militare. I media iraniani hanno diffuso per la prima volta le immagini del nuovo missile «Imad», con raggio d’azione superiore ai 1.700 chilometri, pronto al lancio dal suo silos sotterraneo, in grado di raggiungere Riad e le altre capitali sunnite nel Golfo. Continua nel frattempo la campagna di boicottaggio diplomatico orchestrata da Riad presso i propri alleati contro Teheran. Oltre all’Arabia Saudita, Bahrein e Sudan hanno tagliato le relazioni con l’Iran, interrompendo anche i voli di linea. Gli Emirati Arabi Uniti riducono i contatti. Il Kuwait ha richiamato il proprio ambasciatore, al momento non chiede il ritiro di quello iraniano (Cremonesi, Cds).

Obama Ieri Obama ha pianto in diretta tv ricordando una delle stragi americane più assurde: 20 bambini di 6 e 7 anni uccisi a fucilate da un giovane di 20 anni, colpito da disturbi mentali. Era il 14 dicembre 2012, scuola elementare Sandy Hook, a Newtown, nel Connecticut. Il presidente degli Stati Uniti ha illustrato le misure per il controllo delle armi, adottate con un’executive action, la procedura d’urgenza prevista dalla Costituzione, nel Salone Est della Casa Bianca dove erano stati invitati i familiari delle vittime e i sopravvissuti alla lunga catena di carneficine. La Casa Bianca adotterà quattro misure. Primo: tutti i venditori di pistole e fucili dovranno avere la licenza federale, qualunque sia il canale utilizzato, i negozi tradizionali o Internet. Spetterà ai commercianti controllare i precedenti penali dei clienti. Secondo: l’Fbi potenzierà i controlli sulle liste dei pregiudicati o dei sospettati che già ora non possono salire sui voli di linea americani. Terzo: pronti 500 milioni per migliorare l’assistenza a chi soffre di disturbi mentali. Quarto e ultimo punto: investimenti tecnologici e cooperazione con il settore privato per aumentare la sicurezza delle armi. Il «pacchetto Obama» ha immediatamente sollevato un’aspra opposizione, saldando un fronte che va dalla National rifle association allo speaker della Camera dei rappresentanti, il repubblicano Paul Rayan. Le accuse sono di aver debordato dalle prerogative presidenziali, di aver «calpestato» il Secondo emendamento che garantisce l’autodifesa. Tutti assicurano che i provvedimenti saranno «rigettati dai tribunali», dal Congresso, o che verranno semplicemente cancellati quando un repubblicano salirà alla Casa Bianca (Sarcina, Cds).

Migranti Secondo l’Alto commissariato per i rifugiati tra il primo gennaio e la fine di ottobre dello scorso anno 202 persone sono morte o scomparse nelle acque greche, 159 in quelle turche. Secondo la Fondazione Migrantes nel 2015 le vittime nel Mediterraneo sono raddoppiate rispetto al 2014: da 1.600 a oltre 3.200. Tra loro, 700 bambini (Sarzanini, Cds).

Colosseo Il Colosseo, col biglietto unico per l’area Palatino-Fori imperiali, chiude il 2015 battendo ogni record di ingressi: 6.054.515 di biglietti staccati (+5,7% rispetto al 2014). La cifra arriverà a 6.600.000 quando verranno aggiunti gli ingressi con la carta Roma Pass (che assicura il diritto a due biglietti gratuiti a scelta nell’offerta museale romana) e la Archaeologia Card. Nel 2014 i biglietti staccati furono 5.728.591. olosseo-Fori-Palatino si confermano il secondo sito archeologico più visitato del Pianeta, dopo la Grande Muraglia cinese, a quota 10 milioni (P. Co., Cds).

Cina 1 A Pechino sono d’obbligo i corsi di Stato per imparare a essere «buoni genitori e mariti». Gli allievi devono andare in giro con una palla da basket legata al ventre. L’obbiettivo è rientrare in classe senza che la sfera sia stata sfiorata da un ostacolo, o da qualcuno. Il livello progredito prevede l’uso delle bambole. Gli studenti delle lezioni di “morale maschile” imparano a fare il bagnetto ai bebè di plastica: cambiano il pannolone, aspettano che l’acqua sia tiepida per lavare le natiche, calmano gli arrossamenti con il borotalco. Un’azienda di giocattoli del Guangdong ha fornito la scuola di bambole che, se maneggiate in modo maldestro, strillano. Chi spinge a gridare il proprio prototipo di neonato, deve cominciare da capo le pulizie. «Per i maschi cinesi – dice il professor Fang Gang, dicente di sessuologia all’università di Pechino – il problema più imbarazzante resta però la vergogna. Apparire materni è un marchio di debolezza, collaborare agli impegni domestici è il certificato di una sottomissione sessuale. La maggioranza degli iscritti continua a chiedere anonimato e riservatezza ». Altri istituti, caldeggiati dalle autorità comuniste, si concentrano sulla formazione di “partner rispettosi e padri esemplari”. I corsi durano tre giorni e spiegano ai maschi «come si parla e come ci si comporta in una famiglia contemporanea». La prima regola è «non menare le mani», la seconda è «rinunciare alla scurrilità» (Visetti, Rep).

Cina 2 Una donna su quattro in Cina è vittima di abusi. Nove mogli su dieci vengono picchiate dai mariti. Su centinaia di milioni di atti di violenza domestica, non più di 40-50mila vengono denunciati ogni anno. Una ricerca dell’Accademia delle scienze, appena resa pubblica, rivela che nell’88,3% dei casi si tratta di uomini che pestano quotidianamente le compagne: il 7,5% dei ricoveri riguarda figli picchiati dai genitori, l’1,3% anziani malmenati dagli eredi (ibidem).

(a cura di Roberta Mercuri)