Il Sole 24 Ore, 18 novembre 2015
Turismo, con 8 milioni di visitatori Milano è la terza meta italiana per gli stranieri (dopo Roma e Venezia). Solo nel 2015 si prevede un aumento delle presenze con pernottamento di oltre il 50% rispetto al 2014
Da città del fare e del lavoro a città della cultura e dell’innovazione, della bellezza e del divertimento. La nuova immagine di Milano, che i sei mesi dell’Esposizione universale hanno contribuito a costruire e consolidare, si fonda su una diversa percezione degli italiani e degli stranieri che l’hanno visitata, oltre che dei milanesi stessi. È l’immagine di una città metropolitana di oltre 4 milioni di abitanti che, entro fine anno, dovrebbe raggiungere gli otto milioni di turisti (intesi come presenze con pernottamento), raddoppiando quelli del 2010 e segnando una crescita di oltre il 50% rispetto al 2014, entrando a pieno titolo nella top ten delle destinazioni turistiche europee. Tanto che non si teme più di perdere, nel 2016, i risultati raggiunti soprattutto grazie al traino di Expo, ma si punta a mantenere questi livelli anche il prossimo anno, come ha spiegato ieri l’assessore del Comune al Turismo e al commercio Franco D’Alfonso, intervenendo al secondo Forum Brand Milano. L’auspicio per il 2016, inoltre, è di entrare nel novero delle «city break», ovvero le città in cui trascorrere vacanze brevi.
A rafforzare questi dati sono anche i risultati della ricerca Ipsos presentata ieri, basata su oltre 6mila interviste (di cui 4mila all’estero), che tratteggia l’immagine della città dopo Expo 2015. Milano, secondo l’indagine, è oggi una città internazionale, creativa, accogliente e ricca di cultura. È la terza meta turistica italiana per i visitatori stranieri, dietro soltanto a Roma e Venezia, davanti persino a Firenze e Napoli. Tra i valori trainanti del turismo cittadino non ci sono più soltanto i grandi eventi (legati all’economia, alla moda o al design), ma anche e soprattutto bellezza, ambiente e offerta culturale, come ha spiegato il presidente del Comitato Brand Milano, Stefano Rolando. Che, aprendo i lavori del Forum, ha ricordato l’articolo su Milano del Capo dello Stato Sergio Mattarella, alla conclusione di Expo, proprio sulle pagine del Sole 24 Ore, che si sintetizza in tre concetti che devono diventare il nuovo paradigma per il futuro della città: città di speranza, capitale europea, motore dell’Italia. Tre scommesse complesse, che riguardano tutti: cittadini, istituzioni e imprese, e per le quali occorre dotarsi degli strumenti necessari, che ancora devono essere affinati.
«Le scelte di questi anni – ha detto il sindaco Giuliano Pisapia – ci hanno consentito di far conoscere il “brand Milano” nella sua completezza, nella sua capacità di far coesistere il primato economico con quello culturale». Adesso non dobbiamo fermarci, ha aggiunto, ma mantenere «il livello raggiunto con Expo e anche superarlo».
Da oggi occorre perciò ragionare di attrattività globale e «individuare le priorità degli obiettivi – ha detto Rolando – che non sono soltanto economici ma riguardano anche la qualità della vita e la cultura». Per questo il Forum raduna attorno a sé soggetti tra loro molto diversi (dal Teatro alla Scala alla Triennale, dal Comune alla società Metropolitana Milanese, fino ad aziende private e associazioni culturali o sportive) che hanno dato vita insieme a questo nuovo «modello Milano». Un modello fondato sulla collaborazione tra soggetti diversi, pubblici e privati, sotto un’unica cabina di regia che non ha però alcuna modalità direttiva», ha precisato l’assessore D’Alfonso. E che ha reso possibili il buon esito di Expo, documentato anche nella ricerca Ipsos, secondo la quale è stato un «successo» per il 90% degli italiani intervistati e per il 95% degli stranieri.