Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  novembre 14 Sabato calendario

Ore 10.50

• Dopo aver riunito all’Eliseo il consiglio di Difesa, il presidente francese François Hollande si rivolge al Paese con un messaggio televisivo e dice: «È un atto di guerra commesso da un’armata di terroristi, lo Stato islamico, contro un Paese libero. Un atto di guerra preparato, pianificato e organizzato all’esterno della Francia con complicità all’interno». Il presidente Hollande ha dichiarato lo stato di emergenza in Francia e ha annunciato un rafforzamento dei controlli ai confini. Ha decretato poi tre giorni di lutto nazionale (non era mai accaduto dalla fine della seconda guerra mondiale) e convocato Camera e Senato in seduta plenaria a Versailles per lunedì [Marco Moussanet, S24 15/11].   Sabato 11.30#no
• Lo Stato islamico rivendica gli attentati di Parigi con un comunicato in arabo e in francese: «In un attacco benedetto da Allah, un gruppo di fedeli dei soldati del Califfato ha colpito la capitale dell’abominio e della perversione. Otto fratelli con cinture di esplosivo e fucili d’assalto hanno preso di mira lo stadio dove si svolgeva la partita tra i due Paesi crociati Francia e Germania, il Bataclan dove c’era una festa della perversione e altri obiettivi. La Francia e quelli che seguono la sua strada continueranno a sentire l’odore della morte per aver deciso di colpire i musulmani nella terra del Califfato con i loro aerei. Questo attacco non è che l’inizio della tempesta».