14 novembre 2015
Tags : Strage Del Bataclan
Ore 8.00
• Parigi e la Francia intera si svegliano con i militari in strada, poca gente in giro (la Prefettura invita a non uscire di casa) e molte saracinesche abbassate. Chiuse scuole e università, chiusi musei, cinema e teatri. Chiusa la Tour Eiffel. Chiusi i mercatini di Natale, i parchi di divertimento (Disneyland e Asterix), i grandi magazzini (Galéries Lafayette, Printemps, Bon Marché) e tantissimi negozi [Marco Moussanet, S24 15/11]. Sabato 8.30#no
• Le Monde pubblica sul suo sito un video girato da Daniel Psenny, il suo giornalista quello che abita di fronte all’uscita secondaria del Bataclan. Il video mostra decine di persone che scappano di corsa dal teatro, ma anche alcuni corpi insanguinati stesi in terra, appena fuori dalla porta. Nel corso del video, che dura poco meno di tre minuti, si sentono anche diversi spari e vengono inquadrate alcune persone appese alle finestre del secondo piano del locale. Psenny ha anche raccontato che dopo averlo girato è sceso per strada per aiutare le persone che stavano scappando, e che in quel momento è stato colpito da un proiettile sparato secondo lui da una finestra del locale. Ecco cosa gli è successo dopo aver ricevuto il proiettile: «Non ricordo molto. Ho una specie di vuoto, ma ricordo che è stato come se un petardo mi esplodesse nel braccio sinistro, e che stavo sprizzando sangue. Credo che mi abbiano sparato da una finestra del Bataclan. Sono riuscito a scappare dai miei vicini al quarto piano. Con noi c’era anche un uomo che eravamo riusciti a far entrare, un americano. Aveva ricevuto un proiettile nella gamba. Vomitava, aveva freddo. Pensavamo che sarebbe morto. Abbiamo chiamato i soccorsi, ma non potevano farci uscire. Ho chiamato un mio amico dottore che mi ha spiegato come fare un laccio emostatico con la mia maglietta. Siamo rimasti bloccati in quell’appartamento fino al raid della polizia [LeMonde.fr 14/11].