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 2015  novembre 14 Sabato calendario

Il tennista che fece harakiri per amore (e per onore) prima di un match di Coppa Davis

Era l’inizio degli Anni 30, le classifiche non esistevano, ma Jiro Sato era considerato dagli esperti fra i tre più forti tennisti al mondo. Aveva raggiunto le semifinali in Australia, a Roland Garros e Wimbledon e trascinato la squadra giapponese alle fasi finali di Coppa Davis. In più, la sua compagna (e tennista) Sanaye Okada aveva accettato di sposarlo. Sato però avrebbe dovuto prendere il cognome della sua futura sposa, rimasta figlia unica e a rischio estinzione dell’albero genealogico. La famiglia di Sato si oppose fermamente, creando ulteriore stress a una personalità più spiccata in campo che fuori. Jiro meditò di lasciare il tennis e di completare gli studi in economia alla Waseda University o quantomeno di prendersi un anno sabbatico, al quale tutti reagirono male, compresa la sua federazione. Nell’aprile del 1934, si imbarcò dunque sulla N.Y.K. Hakone Maru in direzione Gran Bretagna per un importante match di Coppa Davis contro l’Australia, ma con ben altri pensieri per la testa: il dubbio di disonorare il cognome della famiglia o di rompere la promessa di matrimonio. A questo si aggiungeva lo stress per un match che l’anno prima l’aveva visto protagonista negativo.
Alle 23.30 del 5 aprile, la nave stava attraversando lo Stretto di Malacca e un suo compagno, Jiro Yamagishi, notò che la cabina di Sato era aperta e vuota. trovarono alcune lettere d’amore indirizzate alla sua fidanzata, una di scuse per il capitano della nave, un’altra ai suoi compagni di nazionale: Sato si era buttato in pieno Oceano e il suo corpo non è mai stato ritrovato. Credeva di aver disonorato il suo Paese e alla fine ha creduto che il gesto più corretto fosse quello di togliersi la vita.