il Fatto Quotidiano, 16 novembre 2015
La fregatura del tasso zero: conviene agli Stati e alle banche, ma risparmiatori e lavoratori rischiano di rimetterci seriamente
Avete soldi da parte, volete correre zero rischi e cercate un rendimento positivo per la gestione della liquidità a breve termine?
Uno degli effetti della “nuova normalità” al tempo dei banchieri centrali di mezzo mondo che stampano denaro è che oramai se avete dei soldi a parte e li volete investire, prestandoli a uno Stato o perfino a un’azienda potreste essere voi a dover scucire i soldi.
È successo in queste settimane con il ministero del Tesoro che ha raccolto oltre 7 miliardi di euro con l’emissione di titoli Ctz e Bot semestrali piazzati con un tasso negativo fra il -0,023 e il -0,055 per cento. Un fenomeno dovuto alla massiccia dose di liquidità pompata dalle banche centrali (la Federal Reserve americana, la Banca centrale europea, la Bank of Japan…) con l’obiettivo di stimolare l’economia reale e che ha avuto fra gli effetti naturalmente più significativi quello di far crollare i rendimenti sull’obbligazionario sotto zero. I risultati (soprattutto in Giappone e in Europa) sul fronte di una vigorosa ripresa economica di questo accanimento terapeutico monetario non sono in verità ancora molto visibili (tranne nelle gestioni delle tesorerie delle banche e delle grandi corporation) e presentano diverse controindicazioni che nel futuro potrebbero costare care.
Ci sono alcune controindicazioni. La più evidente per i risparmiatori è che se si investe 1000 per riavere indietro 999 dopo un anno di fatto è come si stesse pagando una tassa. Gli Stati come l’Italia, pieni di debiti, ne hanno un beneficio.
Il Tesoro italiano deve emettere circa 400 miliardi di euro di titoli di Stato ogni anno e oggi è in una posizione unica nella sua storia: pagare quasi nulla o addirittura farsi pagare per farsi finanziare.
L’altra controindicazione è quello che potrebbe accadere al mondo della previdenza e delle assicurazioni vita se dovesse permanere a lungo questa situazione. Una quota significativa di questi investimenti è collegata al rendimento previsto del mercato obbligazionario di circa il 2-3 per cento reale all’anno. Così è stato nel passato, ma non è più. E più la coperta si fa stretta più qualcuno ne dovrà pagare le conseguenze. E gli esodati del futuro potrebbero essere secondo Bill Gross (uno dei più famosi gestori obbligazionari del mondo oggi strategist di Janus Capital) i baby boomers in via di invecchiamento. Quando sarà il momento di ricevere l’agognata pensione privata o pubblica i conti non potrebbero tornare e secondo Gross questa cosa non è bella anche perché: “I tassi a zero distruggono la funzione del risparmio del capitalismo che è una componente necessaria dell’investimento”.
Cosa può fare intanto un risparmiatore per difendersi? Può prendersi più rischi e investire sull’azionario o puntare su obbligazioni con scadenza più lunga o su emittenti considerati dal mercato potenzialmente meno solvibili. Scelta non facile se non è preparato o ben consigliato perché il suo capitale di partenza può oscillare anche in negativo del 10-20 per cento (e perfino del 50 per cento sull’azionario) e in casi estremi il suo gruzzolo di partenza potenzialmente anche evaporare del tutto in caso di default.
Un tempo c’erano i fondi d’investimento monetari che venivano proposti allo sportello per investire in modo tranquillo e gestire la liquidità ma considerati anche i costi di gestione anche qui non è aria. Negli ultimi 12 mesi l’indice Fideuram dei fondi monetari è negativo del -0,2 per cento. Sul mondo degli Etf, i nuovi fondi passivi, le società del settore naturalmente hanno lanciato prodotti per la gestione della liquidità ma se si guarda ai rendimenti ottenuti in questi mesi, e non alle pubblicità che sembrano promettere mirabilie, anche qui nel migliore dei casi il vostro rendimento ottenibile potrebbe oscillare fra lo zero e lo zero virgola zero.
Resta il mondo dei conti deposito offerti da molte banche e che sono come dei conti correnti un po’ più sprint come remunerazione. È possibile qui ottenere mediamente un rendimento fra lo 0,5 per cento e l’1 per cento per impieghi liberi o vincolati per qualche semestre. Ma è bene scegliergli con qualche criterio che non sia solo quello del massimo rendimento. Una delle banche di cui si discute da mesi su come procedere al salvataggio prima dell’entrata in vigore del bail in (l’eventuale prelievo forzoso sui depositanti e obbligazionisti delle banche in difficoltà) è la Banca delle Marche che aveva raccolto molti soldi con un conto deposito denominato “Deposito Sicuro” con tanto di cane pastore tedesco come simbolo di sicurezza. Pure i pastori tedeschi non sono più quelli di una volta.