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 2015  novembre 16 Lunedì calendario

Storia della rasatura maschile e femminile, del rasoio usa e getta e del signor Bich, il suo inventore

In principio fu il monolama. Preciso e affilatissimo. Test implacabile per la mano ferma di generazioni di adolescenti, e per la capacità dei padri di trasmetterla. In tempi di manici ergonomici e testine vibranti, di gel all’aloe vera e lame flessibili, fa quasi sorridere dirlo. Ma la rivoluzione iniziò lì. Anno 1975. Quando il barone torinese Marcel Bich – che oggi di anni ne avrebbe 101 ed è stato anche geniale diffusore della prima penna a sfera (dopo avere comprato nel 1953 il brevetto dal suo inventore, László József Bíró) e dell’accendino usa e getta – si mise in affari con la Violex, un’azienda greca che produceva lame. Nacque così il primo rasoio usa e getta, Bic senz’acca, tutto di un pezzo, con lama integrata. Economico, più tardi anche colorato, simbolo della sua epoca almeno quanto i suoi fratelli penna a sfera e accendino. E pure un best seller, con 60 miliardi di pezzi venduti nei primi 40 anni della sua storia. Ancora oggi ne vanno via 2,6 miliardi di pezzi ogni anno, in 160 Paesi. Usati da uomini e donne in misura ormai molto simile.
La lametta tira
Nel mondo, il mercato della rasatura – maschile e femminile – fa già girare oltre 19 miliardi di dollari. Ma la novità è che di qui al 2020 è prevista una crescita fino a 29,7 miliardi. In gran parte grazie proprio ai rasoi tradizionali, a mano e non elettrici. Potere della guerra tutta moderna al pelo superfluo. Barbette e barboni saranno di moda, ma tutto il resto assai meno. Specialmente in Europa, dove – così dicono le numerose ricerche in materia – è ormai tutto un disboscare. Gambe, ascelle e quant’altro. È qui, più che per la barba, che stravincono le vecchie care lamette usa e getta. Più comode da usare. E pratiche da tenere sotto la doccia. Ora se ne vendono parecchie anche online, dove gli acquisti di rasoi non erano granché fino a poco fa. E invece adesso raddoppiano di anno in anno.
Il vecchio Bic, nel frattempo, si è rinnovato, è diventato più gentile, s’è arreso alle lusinghe del manico ergonomico, della testina flessibile e soprattutto della plurilametta. Cinque lame mobili per la versione maschile, tre per quella femminile. Eppure il monolama, splendido quarantenne, vive e lotta insieme alle edizioni più moderne, forte del prezzo stracciato e dell’esperienza su ogni genere di pelo. Ma è la clientela in rosa quella cui l’azienda francese sembra guardare con più attenzione. Con modelli, pubblicità e siti dedicati. E pure consigli ad hoc. A quanto pare, meglio la sera, meglio sotto una doccia calda, meglio evitando creme e deodoranti per almeno un’ora dopo la rasatura.
Dalla barca al beauty
Da donna o da uomo, flessibile o tutta d’un pezzo. Pop fin nell’aspetto, pratica ma con stile, orgogliosamente economica ai tempi della frugalità nei consumi. Così la lametta è, forse, più un’icona dei nostri tempi che degli Anni 80 e 90, il periodo in cui esplose come oggetto di larghissimo uso. «Fu lanciata nel periodo in cui mio padre era coinvolto nella Coppa America con la sua barca “France”», ricorda ora Bruno Bich, attuale presidente dell’azienda francese e uno dei ben 11 figli del Marcel inventore di quel primo rasoio. «I membri del suo equipaggio divennero i primi “tester” dei rasoi. A ciascuno venne chiesto di radersi una guancia con un rasoio della concorrenza e l’altra con il primo Bic! Mio padre ha sempre tenuto parecchio alla valutazione dei consumatori».
Chissà se il barone se la prefigurava, in quell’epoca distante 40 anni dai giorni nostri, tutta l’odierna passione per la lametta. O soprattutto che sarebbe diventata un arnese indispensabile nell’armamentario femminile di bellezza. Fatto sta che nella prima metà del 2015 è proprio il rasoio il prodotto Bic che è più cresciuto a livello di vendite: più 12 per cento rispetto al 2014. Dalle fabbriche di Verbiere (Francia), Manaus (Brasile) e Atene (Grecia) escono ogni anno 4,9 miliardi di lame. Oggi con un processo tecnologico tutto diverso e nuovo.
Ma in fondo lui, il rasoio di plastica, ha la stessa forma a T e la stessa filosofia che ne hanno fatto un grande classico.