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 2015  novembre 16 Lunedì calendario

Panariello torna in scena e spiega perché non ha né moglie né figli

«Ci dimentichiamo che il Natale celebra la nascita di Gesù, mi chiedo cosa succederebbe se la Natività avvenisse in questi anni: come verrebbe trattato l’evento mediatico? Immagino Barbara D’Urso che intervista San Giuseppe e gli chiede come l’ha presa la cosa che non è suo. Immagino Renzi che arriva sul cammello di Stato e ruba la scena, con Berlusconi in sottofondo che canta “Tu scendi dalle stelle”».
Giorgio Panariello sta allestendo lo spettacolo Panariello sotto l’albero – Lo Show, due serate (il 22 e 23 dicembre a Livorno) che andranno in onda in contemporanea in prima serata su Rai1.
Ormai la comicità è fast food, battute sui social, interventi di cinque minuti su YouTube. Si sente al passo con i tempi?
«Io preferisco lo slow food. Certo durante la settimana ci sono 24 mila comici che hanno già lavorato sui fatti dell’attualità: i battutisti su Twitter e su un blog come Spinoza, ci sono idraulici che fanno battute meglio delle mie. Diventa difficile: cosa posso dire che non è già stato detto? Come posso far ridere? Crozza poi è il mio incubo, va in onda tutte le settimane: non c’è una cosa che Maurizio non abbia già fatto».
Vorrebbe graffiare di più?
«Mi piacerebbe entrare di più nell’attualità. Ho 55 anni e voglio prendermi le mie responsabilità, però l’attualità passa in un attimo, devo cogliere il momento quando sono sul palco».
A proposito di responsabilità. A differenza dei suoi storici amici (Conti, Pieraccioni) lei non ha né moglie né figli.
«Io sono della scuola di Ceccherini. Comunque a 55 anni più che a una moglie o a un figlio bisogna cominciare a pensare a una badante. Mi sto guardando in giro, all’Est».
E seriamente invece?
«Sono esploso tardi, e ho pensato a me stesso. Fino a 40 anni non avevo una lira, facevo le tv private, non avevo né arte né parte, non sapevo cosa avrei fatto a 41. La mia vita era impegnata a raggiungere quel sogno, quel successo che avevo sempre inseguito. Quando a 40 mi è capitato il mio primo programma tv, è stato tutto un inseguire e un consolidare, sono stato preso da questo tritacarne. Forse se avessi avuto successo prima avrei potuto pensare anche a qualcos’altro».
Parlava dell’aspetto mediatico, e quello spirituale come lo vede in «Panariello sotto l’albero»?
«Gesù è colui che toglie i peccati dal mondo: è in arrivo un condono tombale straordinario, se volete fornicare con la donna d’altri o costruire verande abusive è il momento giusto. In più si apre anche il Giubileo, se già prima non c’era la certezza della pena, ora basterà qualche Ave Maria per cavarsela».
Quali sono i cliché che possono essere sdrammatizzati?
«A Natale siamo tutti più buoni e pensiamo ai disagiati: ma durante il resto dell’anno che fine fanno questi buoni? Vale anche per le cose più futili: in tavola non mancano mai i datteri, ma cosa fanno i datteri durante il resto dell’anno?».
Ovviamente ci saranno anche i suoi personaggi.
«Non mancherà Renato Zero, uno che è contro le regole del Natale. E ci sarà Naomo, la parodia di Briatore, che si propone come sindaco manager di Roma».
Ceccherini dice che da ragazzi frustavate Renzi con le ortiche...
Ride. «Smentisco. Devo dire che fatico molto quando lo vedo in tv a riconoscere in lui il presidente del Consiglio. Non è cambiato. L’ho già detto, a scuola sembrava già preside. È come 20 anni fa: o ti stava simpatico da morire o lo odiavi perché era il primo della classe».
E lei da che parte sta?
«Politicamente la penso come lui, mi piace quello che sta facendo, anche se a volte deve fare delle scelte obbligate: la politica abbisogna di compagni di viaggio che non sempre sono i migliori. La politica è una sorta di Blablacar, la community per condividere i passaggi in auto: sei sempre in cerca di qualcuno che faccia un viaggio con te fino alla prossima legge, il problema è che il compagno di viaggio non te lo puoi scegliere».