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 2015  novembre 16 Lunedì calendario

Gli shahid erano otto, uno non s’è fatto saltare ed è fuggito, la polizia lo ha fermato e non l’ha riconosciuto, adesso lo cercano in tutta Europa

PARIGI I terroristi ritrovati cadaveri a Parigi erano sette ma il comunicato di rivendicazione dell’Isis parlava di «otto fratelli»: dopo due giorni di ricerche la polizia sembra avere risolto il mistero. L’ottavo uomo potrebbe essere Salah Abdeslam, nato 26 anni fa a Bruxelles. È ancora in libertà, dopo il massacro gli agenti francesi hanno fermato la macchina sulla quale stava scappando in direzione del Belgio ma lo hanno lasciato ripartire, non si sono accorti che era il terrorista superstite. Ora si teme che Salah Abdeslam possa colpire di nuovo. In una delle note di ricerca inviate dalle autorità italiane alle pattuglie della nostra polizia, il terrorista viene definito «presumibilmente in fuga verso il territorio italiano». In un’altra nota viene indicata la targa, belga, di una Golf di colore grigio o nero.
Venerdì sera, con suo fratello 31enne Ibrahim, Salah ha fatto parte di una delle tre squadre che hanno messo in atto il massacro. Sono loro ad avere preso in affitto le due auto dell’attacco, la Seat e la Volkswagen Polo ritrovata poco lontano dal Bataclan.
Salah potrebbe avere guidato la Seat Leon nera con targa belga che è servita per gli attacchi alla gente inerme seduta ai tavolini del Canal Saint Martin: dalle 21 e 25, in venti minuti, 15 morti al caffé Carillon e al Petit Cambodge, 5 morti alla Bonne Bière e alla pizzeria Casa Nostra, 19 morti al Belle Équipe. Abdeslam poi ha lasciato Ibrahim al Comptoir Voltaire, un’altro locale della zona. Catherine, la cameriera, si è avvicinata per prendere l’ordinazione e a quel punto Ibrahim si è fatto saltare in aria, ferendo gravemente la ragazza che per fortuna non è più in pericolo di vita.
Salah nel frattempo si era allontanato dalla zona degli attacchi, e ha abbandonato l’auto a Montreuil, con tre kalashnikov e caricatori nel bagagliaio. È salito su un’altra vettura che è stata poi fermata sabato mattina alle 9h10 per un controllo stradale a Cambrai, mentre viaggiava in direzione del Belgio. Con lui c’erano altre due persone. I gendarmi hanno preso le loro identità, ma non hanno trovato niente di sospetto e li hanno lasciati andare. Gli agenti hanno avuto per un istante davanti a loro uno degli autori della strage, ricercato adesso in tutta Europa.
La polizia francese ha diffuso foto e dati di Salah Abdeslam: alto un metro e 75, occhi marroni, nato il 15 settembre 1989 a Bruxelles. «Individuo pericoloso, chiamate il 197, non intervenite voi stessi», si legge nel volantino.
Un terzo fratello Abdeslam è stato arrestato assieme ad altre sei persone a Molenbeek, nella regione di Bruxelles, un luogo storico dell’integralismo islamico. Qui, secondo il ministro dell’Interno Bernard Cazeneuve, sono stati messi a punto gli attentati del 13 novembre a Parigi, il cui bilancio è salito a 132 morti (e 350 feriti, dei quali 42 tuttora in rianimazione).
La decisione di seminare il terrore a Parigi è partita dal capo dello Stato islamico, Al Baghdadi, secondo un documento dell’intelligence irachena consultato dall’agenzia AP.
Giovedì 12 novembre il governo iracheno ha avvisato i membri della coalizione contro l’Isis di attacchi imminenti sul loro territorio con «bombe, omicidi e presa di ostaggi». Quattro agenti iracheni sostengono che la Francia venne avvertita in modo specifico.
In base alle affermazioni dei funzionari iracheni citati dall’Ap, la preparazione dell’attentato potrebbe essere stata ultimata a Molenbeek, come dice il ministro francese Cazeneuve, e cominciata a Raqqa, capitale dello Stato islamico in Siria. Il documento parla di 24 persone coinvolte: 19 appartenenti al gruppo di fuoco e 5 incaricate della logistica. L’Isis avrebbe addestrato a Raqqa una cellula speciale incaricata di compiere attacchi in territorio straniero.
Gli investigatori francesi hanno identificato uno dei kamikaze del Bataclan, Omar Ismael Mostefai, e uno dei tre terroristi che si sono fatti saltare in aria allo Stade de France, facendo peraltro un solo morto. Il fallimento di questa azione resta un mistero: i tre kamikaze si sono fatti esplodere a partire delle 21 e 20, quando la partita era già cominciata e i dintorni dello stadio erano semi-deserti. Un’ora, mezz’ora prima, avrebbero fatto un’altra carneficina.
Ieri scene di panico si sono ripetute in più punti della capitale, con gente che scappava gridando e spiegamento di poliziotti dopo petardi o altri rumori sospetti. I parigini sanno che nuovi attacchi potrebbero arrivare.