Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  novembre 15 Domenica calendario

Il teologo Antonio Rungi chiede al Papa di rinviare il Giubileo

ROMA I terroristi «stanno attaccando il nostro modo di vivere» ma «stamattina anche io ho riscoperto il dono dell’Europa che i nostri padri ci hanno lasciato..., loro che hanno conosciuto la guerra e ci hanno lasciato la pace». La giornata del premier – scandita anche dai contatti con il capo dello Stato, Sergio Mattarella, e da una telefonata con il presidente François Hollande – inizia con i vertici dei servizi di informazione (presenti il sottosegretario Minniti e il direttore del Dis, Massolo), prosegue al Viminale con il Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza (accanto al ministro dell’Interno Alfano e al capo della polizia Pansa) e si conclude con la convocazione a Palazzo Chigi dei capigruppo ai quali chiede «il massimo senso di responsabilità»: l’opinione pubblica, infatti, deve «sentire l’Italia unita» perché «la sfida al terrorismo sarà vinta ma durerà anni»: «È andata bene, tutti hanno capito», dirà Renzi, che domani pomeriggio terrà un’informativa alle Camere. Anche se poi la Lega attacca Alfano: «Sei complice», gli dice Matteo Salvini nel corso di Porta a Porta. «Non rispondo», è la replica. Mentre Silvio Berlusconi, collegato telefonicamente, sollecita un immediato intervento militare contro l’Isis
L’Italia è in stato di «Allerta 2», un gradino sotto la mobilitazione generale prevista con un attacco terroristico in corso. Però Renzi non imbocca la strada dell’allarmismo e ripete che «nessuno può dire di essere immune dagli attacchi terroristici». Il premier spiega che l’apparato di sicurezza ha già prodotto 40 mila controlli e che per ora «non abbiamo minacce circostanziate» anche se, aggiunge, «l’attacco di Parigi è un cambio di passo della minaccia in Occidente».
Il Giubileo, che inizierà l’8 dicembre (il teologo Antonio Rungi chiede al Papa di rinviarlo), è un evento ad alto rischio ma l’Italia «si occupa sempre del Vaticano». Perché, dice Alfano, «lo speciale rischio terrorismo a Roma lo abbiamo sempre considerato, proprio per la presenza del Papa». Dunque 700 militari già schierati a Roma, piazze di grande affollamento presidiate a Milano, Torino, Venezia, Roma e Napoli, controlli alle frontiere con la Francia, monitoraggio nelle carceri e nei luoghi (soprattutto la Rete) in cui possono essere intercettati gli estremisti islamici. I prefetti rivaluteranno la lista degli «obiettivi sensibili», i corpi speciali (Nocs e Gis) si divideranno le eventuali emergenze con i militari del Col Moschin (parà) e Comsubin (incursori).