Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  novembre 14 Sabato calendario

Passi scelti dall’articolo sul Bataclan di Manuela Messina

Bataclan, sala concerti in stile orientaleggiante.
 
«Una canzone degli Eagles of Death Metal – stava per finire, quando ho sentito dei rumori, come l’esplosione di un petardo», racconterà un ragazzo.
 
Per strada, in un caffè, è già stato allestito un ospedale da campo, le barelle arrivano continuamente. Il racconto continua: «Ho visto il cantante che si toglie la chitarra. Poi c’era anche un ragazzo armato di un’arma automatica, spara in aria».

Prima del blitz ormai imminente, i tre terroristi mettono in fila gli ostaggi. Molti potrebbero essere loro coetanei, ma non conta nulla. Uno a uno, li giustiziano. Qualcuno riesce a scappare in salvo. Ma i terroristi hanno perfino il tempo di ricaricare le armi, e continuano a uccidere. I colpi finali durano per almeno dieci, infiniti, minuti. Le vittime aspettano, con la morte in fronte.