la Repubblica, 14 novembre 2015
Passi scelti dall’articolo sul Bataclan di Anais Ginori
I terroristi sono rimasti almeno per un’ora e mezza dentro la sala. Hanno sparato prima nel mucchio, sulla folla, poi avrebbero anche fatto delle esecuzioni di spettatori. Sui social network sono circolate immagini orribili della carneficina all’interno della sala, le autorità hanno chiesto rispetto per le vittime.
“La sala era piena” dice Michel, uno spettatore che per sua fortuna era sugli spalti. Ha potuto fuggire dalla sala, poco dopo i primi spari. “Abbiamo sentito come dei petardi, abbiamo pensato a qualcosa di pirotecnico, come accade spesso negli spettacoli”. Dopo i primi spari, i musicisti hanno lasciato il palco correndo e le luci in sala si sono improvvisamente accese. Sempre dagli spalti, Michel ha visto gli spettatori in basso. “Erano tutti sdraiati a terra per proteggersi dagli spari”.
Molti spettatori sono riusciti a uscire dagli ingressi laterali. Escono a piccoli gruppi, subito presi in carico dai pompieri. Ma per altre decine di spettatori l’orrore continua, rimangono a lungo prigionieri insieme agli attentatori. Benjamin Cazenoves ha lanciato un grido d’aiuto su Facebook. “Sono ancora al Bataclan, al primo piano. C’è un ferito grave. Sbrigatevi a intervenire, ci sono dei sopravvissuti. Stanno uccidendo tutti. Venite al primo piano, presto!”.
Secondo alcune testimonianze erano tre individui, ma per altre erano almeno cinque. “Armati di kalashnikov, a viso scoperto, vestiti normalmente” ha detto un vicino del locale. Sul boulevard Voltaire e nel quartiere République si era svolta la manifestazione contro il terrore dell’11 gennaio scorsa. Ora è una zona di guerra.