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 2015  novembre 14 Sabato calendario

I 12 consiglieri comunali di Messina che firmavano la presenza alle sedute delle commissioni per incassare il gettone e poi se ne andavano dopo 20 secondi

Non si è ancora spenta l’eco del dipendente del Comune di Sanremo che andava a timbrare in mutande la sua presenza in ufficio (ma non era il solo) che adesso si apprende che 12 consiglieri comunali del Comune di Messina (che è retto da un sindaco che cammina a piedi nudi) si facevano pagare i gettoni per le sedute di commissioni consiliari senza andarci. Firmavano e poi se ne andavano per i fatti loro. La spiegazione, estratta da una intercettazione, è: «Io voglio questo cazzo di indennità. A me, fare le commissioni non me ne fotte niente». Il capogruppo del Pd (un partito che, dopo essersi votato a Stalin, ai tempi di Enrico Berlinguer, si ispirava a Santa Maria Goretti; ma era molto tempo fa e se ne ricordano in pochi) il capogruppo Pd, dicevo, ha battuto ogni record: in 20 secondi ha firmato ed è fuggito. L’autorità giudiziaria, in attesa di processare tutti per una sfilza di addebiti, ha loro imposto «l’obbligo di firma alla presenza dei vigili». Ma chi ci dice che i vigili non chiudano un occhio?