il venerdì, 13 novembre 2015
Il Belli e «l’arrampichini dei li Papi beati» (al giorno d’oggi)
A proposito degli impicci che proliferano nella Santa Sede, un tributo di strabiliata riconoscenza va senz’altro a Giuseppe Gioachino Belli, che quasi due secoli orsono aveva già illustrato i personaggi, le atmosfere e le santissime magagne apostoliche con un disposizione d’animo a mezza via tra sarcasmo e desolazione: «Quanno non s’abbi da potè fidasse/ manco più de signori e de prelati,/ nun c’è da fa’ nient’antro che buttasse/ pe’ tera, cristo mio, e disperati».
Nei suoi sonetti c’è già tutto ciò che accade oggi. I continui furti e i tradimenti: «Ohè! Guai a Palazzo. Er Zanto Padre/ è vienuto a scopri ch’er maggiordomo,/ che in tutto quanto er resto è un galantomo,/ ha un tantinello la manina ladra».
II continuo disastro delle finanze vaticane: «Tra tanti tesorieri, padron Titta,/ c’hanno in bocca l’onore e lo sparagno (il risparmio, ndr),/ povere casse! Le vedo e le piagno...». La speciale ipocrisia delle lotte interne: «Ciarle de moda: pulizzia de Corte,/ smorfie da furbi: scene da Palazzo,/ carezze e amore da chi s’odia a morte».
A tal punto lo spiritaccio del Belli si dimostra lungimirante, o forse eterno, da consentire un azzardo fuori del tempo. Per cui è addirittura possibile immaginare a quali recenti storie si sarebbe appassionato: dalla conversione battesimale di Magdi Cristiano Allam all’appartamentone del Cardinal Bertone, dai libri della principessina Borghese, soprannominata «l’intima di Carinzia» per la sua vicinanza a Benedetto XVI, al capo della Cricca incaricato di fare il museo di Propaganda Fide, fino al coming out di monsignor Charamsa. In una foto di Dagospia, si vede l’ascesi di Bruno Vespa sulla terrazza della Prefettura, da cui, su invito di Francesca Chaouqui e di monsignor Balda, alcuni selezionati «minenti» (giornalisti, lobbisti, sponsor) nell’aprile 2014 poterono assistere alla canonizzazione dei Papi Roncalli e Wojtyla. Seguì ibrido party promozionale, provvido rinfresco ed esclusiva eucaristia. Titolo provvisorio dell’ideale sonetto: L’arrampichini de li Papi beati.