Vanity Fair, 11 novembre 2015
Aurora Ramazzotti racconta la sua vita da raccomandata
Quando Vanity Fair
debuttò in Italia, nell’ottobre del 2003, Aurora Ramazzotti aveva sei anni. Da allora questo giornale ha dedicato dieci copertine alla madre Michelle Hunziker, e cinque al padre Eros Ramazzotti. Nessuna in coppia: sposati dal 1998 al 2002, nel 2003 erano già separati da un anno. Tutte guadagnate per meriti e notorietà personali. Se «vince» Michelle è solo perché facciamo più copertine al femminile, e perché la sua carriera è davvero esplosa nell’ultimo decennio, mentre quella di Eros dura da tre abbondanti.
Questo per dire che Aurora non è solo figlia d’arte ma è figlia di due persone la cui popolarità, unita, ha l’impatto di una bomba atomica. Di solito il figlio separato del famoso trova un attimo di pace e tregua a casa dell’altro coniuge che fa una vita normale: Aurora, invece, per anni è stata scortata da una persona che aveva il compito di proteggerla dagli stalker della madre; e se usciva per mano al padre, difficilmente poteva fare qualche metro in strada conservandolo tutto per sé. Se nasci così, può essere che tutto questo sembri normale. Ma normale non è, e da qualche parte alla fine un prezzo lo paghi.
Aurora, che oggi ha 18 anni, da qualche settimana ha debuttato alla conduzione di X Factor Daily, striscia quotidiana che racconta il dietro le quinte del talent e la vita dei concorrenti nel loft. Per chi non l’avesse ancora visto, non è come condurre un programma: Aurora recita davanti a una telecamera i cosiddetti «lanci», frasi che legano i blocchi di racconto della puntata scritte dall’autore Paolo Gioia, e sempre registrate. Questo, probabilmente, spiega perché Sky abbia deciso di puntare su un volto fresco – e su un cognome noto – piuttosto che sull’esperienza. Scelta che ha subito scatenato uno tsunami di critiche: ad Aurora, accusata di essere una raccomandata e di aver «rubato il posto» a gente più meritevole, e a Sky che avrebbe tradito il principio di meritocrazia alla base della sua programmazione. Lo tsunami aveva, finora, tenuto Aurora lontana dalle interviste: prima di lei dovevano parlare i fatti. E i fatti dicono che il Daily, partito il 23 ottobre, ha una media di spettatori del 25% più alta rispetto a quella dello scorso anno. Aurora piace al pubblico, e persino sui social, arena dei commenti più feroci, molti stanno cambiando opinione.
Come ha reagito alle critiche?
«Mi aspettavo di peggio. Non che non fossero pesanti, ma mi ero preparata a un carico da novanta. Sono sempre stata criticata, qualunque cosa faccia: ci sta».
Ci sta?
«Sono una privilegiata. So di avere avuto una possibilità che, senza il mio cognome, non mi sarebbe arrivata, comunque non con questa facilità.Non voglio sminuirmi, credo nelle mie capacità, ma sicuramente là fuori c’è qualcuno molto più bravo di me che questa possibilità non l’ha avuta perché è figlio di gente comune. Detto questo, sono nata da due genitori famosissimi nei rispettivi campi. Li stimo e ammiro tantissimo per la passione e l’impegno che hanno messo nel loro lavoro, ed è da quando sono piccola che vedo mia madre in Tv e mio padre sul palco, e sogno di essere come loro».
Poteva sviluppare un’avversione verso quel mondo.
«Al contrario, sento di appartenergli fin da quando ero piccola. A scuola ho sempre brillato nelle materie creative più che in quelle tradizionali. Ho studiato mille strumenti musicali, ho frequentato corsi di scrittura perché a un certo punto volevo fare un libro. Chiedevo da tempo di essere messa alla prova, volevo andare a Io canto. L’anno scorso mi sono persino iscritta a X Factor, ovviamente senza dirlo ai miei».
E?
«Non avevo calcolato che, avendo dato le mie vere generalità, avrebbero contattato mia madre. Che qualche giorno dopo mi fa: “Ma ti sei iscritta a X Factor o c’è qualcuno che si spaccia per te?”. L’ho ammesso, allora mio padre mi ha voluto parlare. Mi ha detto che ero brava, ma mi ha messo in guardia: “Non sarà facile, devi essere forte. Ne sei convinta?”. Ci ho riflettuto, sono giunta alla conclusione che forse non ero pronta, e ho lasciato perdere».
Quindi lei canta?
«Da sempre».
Anche con suo padre?
«Da bambina, quando lavorava al piano o alla chitarra, entravo nello studio di registrazione di casa apposta per disturbarlo. Ma non smetteva. Allora capitava che cantassimo insieme».
Che padre è? Solo incoraggiamenti o anche critiche, di tanto in tanto?
«Molto riservato, prima di tutto. Io so che, parlando con gli altri, è pieno di complimenti nei miei confronti ma non è il papà che viene alla recita, fa il video e lo mostra agli amici. Meglio così: se mi guadagno il suo “brava”, lo apprezzo ventimila volte di più. Perché sa essere anche critico. Quando avevo la fissa di scrivere, capitava che gli mandassi qualche testo, e lui mi rispondeva correggendomi la punteggiatura, o dicendomi che era sbagliato il verbo. Aveva ragione».
Ad agosto però è sceso in campo per difendere la sua partecipazione a X Factor.
«Ha le palle mio padre, è diretto, è vero, e difende la sua famiglia. Mi spiace che sia stato criticato per essersi esposto, non se lo meritava. È dolcissimo, e siccome per tantissimi anni sono stata il centro della sua vita, abbiamo un rapporto molto forte e anche molto fisico: ogni volta che lo vedo mi viene da abbracciarlo. Ha vissuto cose, anche pesanti, eppure continua a vedere solo il buono che c’è nelle persone. Per questo la gente lo ama».
Eppure con sua madre, durante la separazione, non sono state rose e fiori.
«I miei hanno sempre vissuto i problemi di coppia con sincerità, senza tenermi nascosto nulla: non è mai capitato che le loro cose le scoprissi da altri. E comunque della mia infanzia ho ricordi splendidi. Credo dipenda soprattutto dal fatto che mia madre e mio padre mi hanno sempre dato amore. Se cresci con genitori che hanno come scopo principale farti felice, e che ogni giorno si impegnano per quello, per forza cresci bene, perché ti senti amato».
Quelli, per Michelle, sono stati anni complessi: la frequentazione della maga Giulia Berghella, la setta dei Guerrieri della Luce. E lei era una bambina.
«Sì, ero piccola, e lei di quelle cose non mi parlava. Certo, tendo a rimuovere le cose negative, ma la verità è che i miei sono stati bravissimi a tenermi fuori dai loro problemi. All’epoca, per esempio, io vivevo con mamma ma ero libera di vedere papà ogni volta che volevo: il quando e il come erano affidati al mio totale arbitrio. Ecco perché con mio padre non ci siamo mai allontanati».
Tanta attenzione concentrata su di lei. E poi, di colpo, entrano nella sua vita due adulti – Marica Pellegrinelli, moglie di Eros, Tomaso Trussardi, marito di Michelle – e quattro fratellini: Raffaela Maria e Gabrio Tullio da papà, Sole e Celeste da mamma.
«A 14 anni sapevo che i miei non sarebbero mai tornati insieme, e nemmeno lo desideravo: del resto, potevo vederli come e quando volevo. Papà è stato il primo ad avere un altro figlio, e non dico che me l’aspettavo, ma quando me l’hanno detto ero estasiata: adoro i bambini, chiedevo da sempre fratelli o sorelle, e ormai mi vedevo condannata a restare figlia unica. Oggi sono bravissima a gestirli: pappe, pannolini. So che ne vorrò di miei: un figlio è la traccia più importante che possiamo lasciare su questa terra».
Com’è il rapporto con Marica e Tomaso?
«Marica è l’unica donna che mio padre mi abbia mai presentato. Ero già grande, e mi sono confrontata con una persona molto intelligente. Tanto che a volte, ascoltandola, rimanevo a bocca aperta: non so come faccia, così giovane, a sapere tutte quelle cose. All’inizio, è normale, ci è voluto un po’ perché entrasse nella nostra dinamica, ma l’ho sempre ammirata. Con Tomaso ho ancora più confidenza perché viviamo insieme, è come un fratello maggiore. Non si comporterebbe mai da padre con me: ha troppa educazione, troppo rispetto».
Consapevole, sicura di sé, persino allegra: fin qui Aurora è stata praticamente perfetta. Glielo faccio notare, e aggiungo che non me l’aspettavo, da una figlia di genitori così (loro malgrado) ingombranti. Sorride, ma per la prima volta è un sorriso amaro, e con la mano si tormenta i leggings neri, bucati sulle ginocchia.
«Forse perché, per quanto aperta e curiosa, sono la classica persona che ha dovuto nascondere e mascherare le sue insicurezze. Ci ho messo anni a riuscirci».
Che tipo di insicurezze?
«Sul mio aspetto fisico. Non sono bionda, non ho gli occhi azzurri, non sono magra, alta, bella. Nel tempo, ho ricevuto anche tanti complimenti. Oggi mi dicono: “Hai una bellezza particolare, che splendidi occhi a mandorla”. Ma da piccola la “bellezza particolare” non se la cagava nessuno. Mi dicevano: “Cinese”, “Cicciona”. Per non parlare dell’adolescenza, quel periodo orrendo dagli 11 ai 15, quando escono i brufoli, la ciccetta. Mi sono trovata bersaglio di cattiverie atroci».
Quella è un’età complicata per chiunque.
«Certo, perché sei influenzato da tutto quello che gli altri dicono di te. Ma se in più, come è successo a me, vai su Internet e trovi le foto in costume di te e tua mamma con un titolo che suona tipo “Michelle 34 anni, Aurora 14, è più figa la madre della figlia”, ti senti piuttosto male. Che poi, quale legge dice che io dovrei essere più figa di mia madre? Leggo queste cose e magari faccio finta di niente, ma nella testa mi rimane la vocina, il confronto. Ancora oggi, per quanto mi piaccia la moda, per quanto mi curi, non mi vedrete mai con il tacco, la pettinatura, il trucco speciale. Siccome non sono sicura di me, evito di mettermi in evidenza».
Questa insicurezza l’ha confidata a sua madre?
«Non sono una che sta zitta, e comunque se ne sarebbe accorta, anche perché durante l’adolescenza ho avuto crisi isteriche: mi vedevo brutta, mi rifutavo di uscire. A nulla serviva che lei mi facesse mille complimenti: la sicurezza doveva venire da dentro. Per tutti arriva il momento del conflitto con la madre, ma mi rendo conto di essere stata, per lei, una figlia particolarmente difficile da crescere. Quando ero più piccola, litigavamo tutti i giorni. Lei non urla, odia le persone che urlano, ma io ho questo flash di un giorno, a Los Angeles, quando sono stata talmente odiosa con lei che l’ho vista per la prima volta perdere la calma. Mi ha detto basta, era furente, e a me ha talmente impressionato vederla così che mi sono data una regolata».
Sono quelle al suo aspetto fisico le critiche peggiori?
«Sono quelle che mi fanno più male. Le altre, come dicevo, me le aspetto. E me le sono anche meritate tutte quando, sui social, ho fatto uno scherzo cretino, con leggerezza, ferendo delle persone proprio nel modo in cui io sono stata ferita e non voglio essere ferita».
Si riferisce al video in cui fa l’imitazione di una nota showgirl e le fa dire che il figlio è brutto?
«Mi sento male solo a pensarci. Io non sono cattiva e amo i bambini, che per me sono tutti bellissimi. Ho agito d’impulso, stupidamente, senza il tempo di riflettere, e con i social questa impulsività stupida la paghi. Ma per me era evidente: non potevo pensare che il bambino fosse brutto. Troppe volte ho subìto lo stesso tipo di offesa, dalla gente che, guardandomi, diceva: “Come ha fatto a uscire, da due genitori così, un simile cesso a pedali?”. Sarei folle se lo avessi fatto con consapevolezza. Mi dispiace moltissimo per le persone che ho offeso, e che sono state così eleganti da non commentare mai, quando avrebbero potuto infierire».
Tutta questa insicurezza si è mai riflettuta sulla sua vita sentimentale?
«No, perché sono una ragazza solare e aperta. Ma ho un karma strano con i ragazzi: li conquisto abbastanza facilmente, poi però non riesco a trattenerli, mi sfuggono dalle mani come sabbia. È successo anche con l’ultima storia, la prima davvero importante che abbia avuto. Era uno studente di ingegneria gestionale, al Politecnico di Milano. Quando la nostra storia è finita, prima dell’estate, ho sofferto. Oggi sono single, e forse è meglio così: l’esperienza di X Factor assorbe tutto il mio tempo».
Non teme quelli che puntano al suo cognome?
«Li riconosco subito. E comunque i miei amici non c’entrano nulla con lo spettacolo. Sono quelli della scuola. Quelli che mi conoscono come Aurora, e che si stupiscono nel vedermi in Tv».
Chi ce l’ha fatta arrivare, in Tv?
«Ha fatto il mio nome Paolo Gioia: mi aveva notato sui social, è diventato il mio autore per il programma. Ma poi ho dovuto sostenere un vero provino. Credevo fosse andato male, perché per un mese non si sono fatti sentire. Nell’attesa mi sono rosicchiata le unghie».
La vedremo anche cantare, quindi?
«Non credo. Un passo alla volta».