il Fatto Quotidiano, 13 novembre 2015
Lo strano caso del povero ladro di libri e della solidarietà in nome dell’amore per la lettura
Il fattaccio è accaduto di sabato, all’ora dell’aperitivo, poco prima di pranzo. Anche se il nostro protagonista non dev’essere un tipo abituato agli aperitivi, se non altro per problemi di tasche. Vuote. Lui ha 41 anni, è di Roma. E ama leggere, rara avis in un Paese dove secondo l’Associazione degli editori, il bacino dei lettori nel 2014 si è ulteriormente ridotto del 3,4 per cento. Ma torniamo al fattaccio. Il 24 ottobre, il nostro – “ben vestito, aria da intellettuale” come annota il Messaggero – entra nella libreria Feltrinelli di viale Giulio Cesare.
Si aggira tra gli scaffali, sfoglia i volumi, alcuni li infila dentro una busta. Fin qui nulla di strano: sono diversi titoli, tenerli in mano è complicato. Alla fine del giro, con troppa fretta, guadagna l’uscita “dimenticandosi” di passare alla cassa. E non è un particolare da poco, o meglio da pochi euro: il virtuale scontrino finale era di 318 euro.
Comunque un addetto alla vigilanza nota il 41enne, ovviamente lo ferma. E chiama la polizia. “Il ladro di libri ha negato fino all’ultimo”, scrive nel trafiletto il quotidiano di Roma. “Poi, però, quando gli è stato chiesto di mostrare cosa nascondeva nella busta, non ha potuto negare l’evidenza”. Alla fine ha dovuto vuotare il sacchetto e dunque anche il sacco. Con gli agenti si è scusato e giustificato, spiegando che è un appassionato di libri, ama molto leggere, ma non se li può permettere. È stato arrestato con l’accusa di furto aggravato. La notizia colpisce Nori Corbucci – scrittrice e moglie dello scomparso Sergio – che su Twitter ha pubblicato un post di solidarietà: “A mio giudizio non meritava le manette. Invito le persone giuste a scrivere un pensiero su questa vicenda”. Ovviamente rubare è un reato, c’è anche un comandamento apposta e i libri non sono res extra commercium. Ma sono una mercanzia molto speciale. Il senso lo ha spiegato con una battuta fulminante il vicepresidente di Mondadori libri, Gianni Ferrari: “L’editoria è uno strano mestiere. Usa lo spirito per fare soldi, e i soldi per fare lo spirito”. Perché tra le altre cose, come spiega Proust ne La fuggitiva “un libro ci dà i mezzi per leggere in noi stessi”: chissà ora cosa leggerà dentro di sé il nostro ladro. Ma c’è qualcuno che non lo condanna: chi ci ha segnalato questa storia è disposto a dargli una mano, anonimamente.
In questi tempi di povertà diffusa – in un Paese dove il sistema bibliotecario funziona spesso male – i libri sono un lusso. Vero: 318 euro sono molti soldi. Un po’ troppi: fosse stato un solo titolo, forse la libreria avrebbe chiuso un occhio e la faccenda si sarebbe conclusa senza conseguenze. Però una cosa possiamo dirla: il ladro di libri non ha agito per motivi abbietti, né futili. Leggere nutre come mangiare.