La Stampa, 13 novembre 2015
A scuola hanno chiesto alla figlia di Julia Roberts se fosse figlia di Julia Roberts e lei ha risposto di no
Julia Roberts sta per arrivare. E con i giornalisti in attesa che la seguono sin da quando – era il 1990, 25 anni fa – lei irruppe sulla scena con Pretty Woman e divenne immediatamente un misto di sex symbol che tutti, uomini e donne, avrebbero voluto anche come amica, ci si domanda: come sarà Julia oggi? Farà la diva supponente? Riuscirà un’altra volta a non dire nulla? E con quanto ritardo arriverà? Mezz’ora? Un’ora. Ma alle 10 e 30 spaccate come da programma, in un albergo di Santa Monica, la Roberts arriva circondata da solo tre persone del suo entourage. Distribuisce sorrisi e strette di mano, si siede e inizia a raccontare. Più che una super diva, è una donna d’affari alla soglia dei 50 anni efficiente e puntuale che ci tiene a fare sapere che in realtà, prima di tutto, è una moglie (lui è Daniel Moroder, un cameraman, sono sposati da quasi 13 anni) e una mamma (ha tre figli, i due gemelli Phinnaeus and Hazel che hanno 10 anni e Henry di otto). E che ogni tanto, se c’è un qualcosa che davvero l’attira, esce dal suo eremo casalingo e torna sui set.
Questa volta lo ha fatto per il remake de Il segreto dei suoi occhi, il film dell’argentino Juan Jose Campanella che nel 2010 ha vinto l’Oscar come miglior film straniero. Il remake, diretto da Billy Ray, da giovedì scorso nelle sale italiane, è ambientato a Los Angeles e vede la Roberts nella parte di un magistrato. Tra i co-protagonisti, Nicole Kidman e Chiwetel Ejiofor, tutti e tre impegnati in una caccia all’uomo che nasconde segreti e dolori molto personali.
Julia Roberts, che cosa pensa del film originale? E perché ha voluto far parte di questa nuova versione?
«Ho visto l’originale, è un film assolutamente brillante. È recitato in modo bellissimo e sottile, la musica è splendida, la scenografia pure. È un’opera molto sommessa, la nostra è più rumorosa e più robusta. Siamo a Los Angeles e gli eventi della nostra storia hanno luogo nel dopo 11 settembre».
Recita una parte che nel film originale era stata scritta per un uomo, cosa che capita spesso di questi tempi. A Sandra Bullock in «Our Brand is Crisis», a Emily Blunt in «Sicario». Che cosa sta succedendo? E che cosa pensa del manifesto di Jennifer Lawrence per l’uguaglianza nei compensi?
«Billy Ray mi ha proposto di condensare due parti maschili in una femminile e ho subito sentito un forte legame. Quanto alla questione sulla disuguaglianza, la stessa domanda mi è stata fatta mille volte solamente nell’ultima settimana e non ho una risposta soddisfacente. È un po’ come quando parliamo delle relazioni: alla fine è una questione che riguarda i singoli individui».
Come dà supporto a sua figlia?
«Nella stessa maniera amorevole e compassionevole con la quale supporto i miei figli maschi, altrimenti perpetuiamo solo le differenze».
Hanno idea di quanto è famosa la loro mamma?
«Sanno chi sono nel modo più profondo possibile. Uno di loro è arrivato da scuola l’altro giorno e e mi ha detto: “sai, mi hanno chiesto se mia mamma è Julia Roberts e io ho detto no”. Al che gli ho risposto che se questo era quello che lo faceva stare a proprio agio aveva fatto bene. L’altro fratello invece ha risposto di sì, e va bene anche così. Voglio dire: abbiamo tutti diverse risposte a diverse situazioni ed emozioni. L’importante per me è crescerli con dei valori, insegnare loro ad apprezzare le cose che abbiamo, con la consapevolezza di quanto siamo fortunati e privilegiati. Anche il cibo organico è un lusso, il che è un triste commento sul mondo in cui viviamo. Ma è la verità».
È una buona mamma, una buona moglie. Qual è il suo segreto?
«Non posso parlare del matrimonio in generale ma solo del matrimonio con mio marito, che non raccomando a nessun altro! Penso a quello che mi ha detto un’amica tempo fa, sposata da molti anni: “Se vuoi una relazione interessante, restaci dentro. Ed è così, perché 15 anni dopo trovo affascinante continuare a scavare nella nostra relazione. La chiave è davvero restare interessata al partner. Per noi due è anche importante realizzare che lavoriamo in un settore bellissimo, ma che alla fine deve restare ben separato dalla nostra vita personale e casalinga».