La Stampa, 13 novembre 2015
Rcs precipita in Borsa
Torna alta la tensione in casa Rcs Mediagroup, che si appresta - con un’assemblea - a prolungare ben oltre fine anno la delega del cda per chiamare l’aumento di capitale da 190 milioni. Una garanzia, questa, chiesta dalle banche creditrici che, sulle vicende di via Rizzoli, lunedì scorso - durante una riunione in teleconferenza - hanno registrato un’inedita spaccatura. Se Mediobanca e Unicredit hanno mostrato di dare maggior credito alla sostenibilità del percorso di via Rizzoli culminato con la vendita della Libri, altri istituti come Intesa Sanpaolo (a sorpresa, visto che la banca è uno storico grande azionista della società, sebbene sulla via dell’uscita), Bpm e Bnl-Bnp Paribas - in attesa di conoscere la destinazione dei proventi della vendita della Libri e i dettagli del nuovo piano - hanno tenuto una linea più dura. Alla vigilia della data di oggi in cui le banche avrebbero potuto far scattare l’aumento (che tra i soci ben pochi vogliono), per evitarlo hanno comunque chiesto un passo formale dal consiglio di amministrazione, che nella seduta di ieri avrebbe deciso di convocare un’assemblea che prolunghi la delega del cda. Insomma, non ci sarà un immediato aumento di capitale, ma le banche lo vogliono tenere come garanzia in attesa di capire come saranno distribuiti i proventi della vendita della Libri e di trovare un accordo globale sul debito.
Una situazione comunque tesa, quanto basta al titolo del gruppo editoriale per toccare i minimi storici in Borsa, dove ha chiuso a 0,66 euro, in calo del 7,56%. Non proprio fanfare a festa, nel giorno in cui il cda ha nominato ufficialmente Laura Cioli nuovo amministratore delegato della società e ha licenziato i conti dei nove mesi, che saranno resi noti in mattinata.
Telecom tra Vivendi e Niel
Anche a Telecom Italia sono giorni di suspense. I maggiori azionisti del gruppo (col 20%), i francesi di Vivendi, entro lunedì dovrebbero chiedere di integrare l’ordine del giorno dell’assemblea del 15 dicembre. Probabilmente oltre che per la conversione delle risparmio in ordinarie, si voterà anche per inserire in cda rappresentanti del gruppo guidato da Bollorè. Intanto si chiariscono meglio i contorni dell’investimento di Xavier Niel, patron di Iliad, che ha un 15% di Telecom in opzioni. Il suo «è un investimento finanziario», ha assicurato il direttore finanziario di Iliad. Una versione un po’ diversa da quella dell’ad di Telecom, Marco Patuano. Il quale ha raccontato di aver incontrato Niel a Roma lo scorso 3 novembre: «Mi ha detto di essere interessato alla nostra strategia industriale, e ci siamo trovati d’accordo sull’opportunità che c’è in Italia».