Panorama, 12 novembre 2015
La volta che Forattini fu menato per strada perché faceva satira sui comunisti
Esagerato!
«Come, no? M’hanno menato per strada, a Roma. S’avvicina uno e mi fa: Scusi, lei è Forattini? e paaahhh! Uno sganascione in faccia. Bei tempi quelli, avevo un lavoro».
Violando tutte le leggi Fornero del mondo, Giorgio Forattini non ha la minima intenzione di smettere di fare il suo mestiere. Anzi, anche se non ha un giornale per il quale disegnare, continua a «sarcasticare» (verbo allegorico come allegorica è la vita del più grande disegnatore italiano) sul suo sito forattini.it, dove «per puro divertimento» continua a pubblicare il suo disincanto sotto forma di tratti di matita. «Lo faccio sul sito perché, sa, non mi vuole più nessuno». Ed è dura spiegargli che quello che ci si aspetta da un 84enne è qualche saggia pillola di ponderata esperienza e poco più. Lui vuole proprio «lavorare» nel senso di guadagnare uno stipendio, pur non avendone bisogno sia per via di una strabiliante carriera, sia per il successo dei suoi libri. Il prossimo sarà in libreria a metà novembre: si intitola Il Forattone e raccoglie le migliori vignette dei suoi primi 42 anni di attività. Una specie di Opera Omnia del più grande disegnatore satirico italiano, maestro e mentore di tutti gli altri.
Senta, Forattini, perché quel tizio a Roma l’ha menata?
«Perché facevo satira sui comunisti. E la facevo sulla prima pagina di Repubblica. Stavo sulle balle sia dentro la redazione che fuori dalla redazione e, alla fine, il direttore Ezio Mauro m’ha fatto fuori».
Per la famosa vignetta di Massimo D’Alema che sbianchetta la lista Mitrokhin contenente i nomi dei collaboratori pagati dall’Unione Sovietica in Italia.
«Quella. Ma prima o poi doveva succedere. I comunisti...».
Comunisti? Voleva dire la sinistra...
«È la stessa cosa. Dicevo: i comunisti sono come i fascisti. Si scherza su tutto e tutti tranne che su di noi. Io invece ho preso per il culo D’Alema e la Resistenza: gli unici due simboli intoccabili dei comunisti. Prima o poi doveva succedere che qualcuno mi fermasse per strada e mi desse uno sganassone».
Però lei è stato cacciato anche da Il Giornale.
«Cose che succedono quando sei un uomo libero. Non mi lamento, ma mi manca tanto il lavoro».
Ma lei la legge ancora la Repubblica?
«Noooo... ma che so’ pazzo? Leggo il Corriere della Sera e Il Giornale».
Molti intellettuali in questi 42 anni hanno abbandonato la sinistra: per esempio lei, Giampaolo Pansa...
«A parte il fatto che non sono mai stato di sinistra ma liberale, quelli che hanno abbandonato i comunisti sono molti: oltre a Pansa, con il quale sono sempre d’accordo, aggiungo Gianluigi Melega, Giuliano Ferrara e tantissimi altri. Ma è ovvio! I più intelligenti se ne vanno perché vengono messi nella condizione di non riuscire a esprimersi. I comunisti sono fatti così: usano metodi totalitari».
Senta Forattini, forse l’ho presa in un momento sbagliato, non mi aspettavo questa amarezza esistenziale. Se vuole ci sentiamo domani.
«Sono così anche domani, amaro, e lo si vede anche dalle vignette che continuo a fare. Sono amaro perché hanno vinto loro».
Loro chi?
«Loro... quelli che fanno le vignette prendendo ordini dal giornale per il quale lavorano. Loro hanno vinto e io ho perso. Io mandavo le vignette ai vari direttori che ho avuto e quando qualcuno mi diceva che non poteva pubblicarla, io gli rispondevo: “Un’altra non te la faccio. O quella o niente”».
Lei è amaro ma soprattutto molto arrabbiato. Parla come un militante del Movimento 5 stelle.
«Ma che so’ matto? Quante me ne ha fatte Beppe Grillo, li mortacci... loro fanno le solite battaglie d’immagine come i comunisti».
Guardi che i comunisti non ci sono più. Lo ha detto anche Matteo Renzi.
«Renzi dice tante fregnacce, infatti lo disegno come Pinocchio. Quante me ne ha fatte pure lui...».
In che senso?
«Eh... prima che diventasse presidente del Consiglio: chiamava, protestava, puntualizzava. Cioè, non lui, i suoi portavoce. S’arrabbiavano tantissimo quando lo pijavo in giro. I portavoce... ma chi so’ ’sti portavoce? Ma che fanno? A me quelli che m’hanno rovinato sono stati i comunisti, i magistrati e i portavoce che tutti insieme mettono in piedi un sistema totalitario».
In Italia c’è un regime? Sta dicendo questo?
«No, sto dicendo che i comunisti...».
...daje...
«...usano metodi totalitari».
Vabbè, ma mica sono i soli.
«No, anche i fascisti usano metodi totalitari, infatti per me pari sono. Con la differenza che i fascisti hanno perso, questi hanno vinto».
Non mi dica che Renzi è un comunista?
«No, Renzi è un Pinocchio. E non mi sembra manco ’sta gran cima».
Un’ultima domanda: Charlie Hebdo...
«Non è gente di buon gusto. Eppoi gli islamici li ho presi per il culo anche io, m’hanno dato pure la scorta. E indovini un po’ da che parte stavano i comunisti? Dalla loro, con gli islamici e contro di me. Ovvio: quelli che vogliono un regime totalitario stanno tutti dalla stessa parte. Io, invece, dall’altra».