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 2015  novembre 12 Giovedì calendario

Caso De Luca. Le intercettazioni sembrano chiare, ma la giudice Scognamiglio si difende dicendo che col marito è di fatto separata da tre anni

NAPOLI È in un passaggio del capo di imputazione contenuto nel decreto di perquisizione esibito dalla polizia a Nello Mastursi la sintesi di ciò che la Procura di Roma contesta a Vincenzo De Luca.
«Con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso e in tempi diversi – scrivono i pm – Anna Scognamiglio, magistrato presso il tribunale civile di Napoli e giudice relatore nella fase di merito del ricorso intentato da De Luca contro la sospensione dalla carica di presidente della Regione, abusando della sua qualità e dei poteri decisionali, in concorso con il coniuge Guglielmo Manna (...) e minacciando De Luca, per il tramite di Vetrano e Mastursi, di una decisione a lui sfavorevole da parte del tribunale, inducevano il medesimo a promettere a Manna la nomina a una importante carica dirigenziale nella sanità campana».
Perciò anche De Luca è finito nell’elenco degli indagati anziché essere ritenuto parte lesa, come invece lui sostiene, ed entrare nell’indagine solo in qualità di persona informata dei fatti. Di fronte alla minaccia che secondo l’indagine ha subito, non si è opposto, non ha denunciato, ma ha promesso la nomina che Manna voleva.
Lui non è il solo a smentire questa tesi degli investigatori. Lo fa anche la giudice Scognamiglio che dice di non conoscere «né De Luca, né Mastursi, né Vetrano, con i quali non ho mai avuto contatti di alcun genere, né, quindi, ho loro mai chiesto, né potuto chiedere, alcun favore né per me né per mio marito». Altri potrebbero averlo fatto, aggiunge, sfruttando «il mio nome e la conoscenza del fatto che ero stata designata quale relatrice del processo De Luca».
Scognamiglio prende le distanze anche dal marito: «L’unico elemento indiziante a mio carico, è costituito dal fatto che beneficiario della richiesta illecita sarebbe mio marito», con il quale però «i rapporti sono fortemente incrinati tanto da indurmi, già tre anni orsono, a presentare un ricorso di separazione».
La posizione del magistrato è ora all’esame del Csm: il vicepresidente Legnini ha già convocato una riunione straordinaria della prima commissione, e le decisioni dovrebbero arrivare in tempi brevi.
Andrà invece sicuramente per le lunghe lo scontro politico che si inasprisce con l’inchiesta. I 5 Stelle preparano una mozione di sfiducia a De Luca in consiglio regionale e chiedono a Renzi di rimuoverlo. E pure il centrodestra va all’attacco. Durissimo l’ex governatore Caldoro: «La menzogna di De Luca sporca la regione».