Oggi, 11 novembre 2015
Breve ritratto di Giuseppe Sala, l’uomo che dopo Expo vuole Milano
La sua canzone preferita è Riders on the Storm dei Doors: cavalieri nella tempesta. E alle tempeste Giuseppe Sala, figlio di un mobiliere di Varedo (Monza), un metro e 80 per 73 chili, è abituato. Quelle passate (commissario Expo), e quelle future: si candida sindaco per il Pd, ma dovrà passare sotto le forche caudine delle primarie il 7 febbraio. E qualcuno a sinistra storce il naso di fronte al suo pedigree politico. Fu, infatti, la sindaca berlusconiana Letizia Moratti, cinque anni fa, a nominarlo direttore generale del Comune di Milano, e poi capo di Expo.
Sala, sposato tre volte, niente figli, guarito da un linfoma non Hodgkin (il tumore di cui si ammalò anche suo padre), dopo la Bocconi ha fatto tutta la sua carriera alla Pirelli, dove diventa amministratore delegato a soli 39 anni. A Telecom è primo assistente di Marco Tronchetti Provera. Dopo 23 anni la sua buonuscita è stata di 5 milioni.
All’Expo il nuovo sindaco di sinistra Giuliano Pisapia lo conferma nel 2011. Non viene toccato dalle tangenti che mandano in galera il suo vice e il general manager.
Villa a Zoagli, di fronte a Portofino (Genova), a Milano vive in una casa di 180 metri quadri in affitto in zona Brera con la terza moglie Dorothy De Rubeis: 46 anni, laurea in legge a Bari, avvocato, consulente finanziaria di importanti società, ma anche con interessi artistici.
La coppia, infatti, è stata avvistata all’ultima prima della Scala e poi all’inaugurazione del museo Prada. E la signora De Rubeis, in giugno, è diventata una dei direttori della galleria d’arte Wunderkammern.