Libero, 11 novembre 2015
Sicilia, oltre 500 clandestini giunti in Italia grazie a finti contratti di lavoro con alcuni tra i più celebri circhi. Tra i 41 arrestati anche Vito Gambino, dipendente dell’assessorato siciliano al lavoro che coordinava l’operazione producendo falsi documenti
«Venghino», clandestini, «venghino» al circo. Finti ballerini, attrezzisti, facchini, provenienti da Bangladesh, Pakistan e India, assunti con la complicità di un dipendente corrotto dell’assessorato al lavoro della Regione Sicilia e grazie a numerose famiglie circensi. Sono 41 le persone fermate nell’ambito dell’operazione denominata “Golden Circus”, condotta dalla mobile di Palermo, con il coordinamento della Procura del capoluogo siciliano, per cui è scattato il fermo con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Il provvedimento riguarda 28 italiani, 8 indiani, 3 bengalesi, un pachistano, un romeno, oltre a decine di indagati. L’indagine, coordinata dal procuratore aggiunto Leonardo Agueci e dai sostituti Luca Battinieri, Daniela Varone ed Enrico Bologna, ha visto il fermo di nomi noti del mondo del circo. Sono accusati di favoreggiamento all’immigrazione clandestina, infatti, i gestori dei circhi Coliseum Sandra Orfei (Francesco e Claudio Vassallo), Città di Roma (Marja Loikala e Walter Martini), Smart Shane (in manette l’omonimo titolare), Kumar (Kisham Chand), Vienna Roller (Giovanni Vassallo), Caroli (Desiree e Adam caroli), Wigliams Brother (Pasquale La Veglia), Jonathan (Davide Rossi), Apollo (Massimiliano Rossi), De Blais (Eleuterio De Bianchi), Meraviglioso (Mihai Marinescu), Aris Martini (Leo Martini), Martini Cirque D’Europe (Aldo Martini), acquatico Denji show (Ronny Denyi) e acquatico splash (Arduino Rossi). Deus ex machina dell’operazione era Vito Gambino, responsabile dell’ufficio speciale di collocamento per i lavoratori dello spettacolo della Regione Sicilia. Gambino, dietro compenso, produceva dei falsi nulla osta al lavoro per prima occupazione o visto d’ingresso cittadini extracomunitari, necessari per ottenere, da parte delle ambasciate, il visto d’ingresso nel territorio nazionale.
Con Gambino sono stati fermati anche la moglie (Provvidenza Visconti) e i due figli (Vincenzo e Francesca Gambino). «Era stata costituita una vera e propria grande agenzia che illecitamente si occupava di introdurre cittadini extracomunitari nel territorio italiano. Un metodo diverso da quello dei barconi», ha spiegato il procuratore aggiunto Leonardo Agueci, commentando l’operazione. Sono oltre 500 i cittadini extracomunitari che sono giunti in Italia con questo metodo. «Di fatto sfruttando una deroga prevista dalle norme sui flussi di ingresso, ha spiegato il capo della procura palermitana, Francesco Lo Voi, «che assegna alla Regione la possibilità di rilasciare il nulla osta a una determinata categoria di lavoratori dello spettacolo, è stato costituito un sistema vero e proprio che gestiva tutto». False assunzioni che camuffavano il traffico di clandestini che per venire in Italia pagavano fino a 15mila euro a ingresso. L’indagine della mobile di Palermo è scattata nel 2012, a seguito della denuncia di un giovane indiano del Punjhab, ora sotto protezione che, dopo aver pagato ha lavorato in un circo, assunto come lavoratore dello spettacolo. «Non aveva alcuna competenza e dopo qualche mese è fuggito», ha detto il capo della Mobile Rodolfo Ruperti, «e si è presentato in questura». Questo ha fatto scattare l’indagine che ha consentito di scoprire anche il ruolo del funzionario pubblico Vito Gambino: «Vero motore dell’organizzazione», prosegue Ruperti, «che è arrivato a falsificare anche il visto della questura».