Il Messaggero, 11 novembre 2015
«L’apocalisse dell’aria». A Shenyang, in Cina, è stato rilevato il livello di inquinamento «più alto che si sia mai registrato nel mondo»
Voli cancellati, autostrade chiuse, visibilità di 500 metri al massimo. “L’apocalisse dell’aria” prosegue in tutto il nordest della Cina. Secondo gli ecologisti, il livello di inquinamento rilevato nella metropoli di Shenyang è «il più alto che si sia mai registrato nel mondo».
Domenica scorsa il livello di particelle p.m. 2,5, ritenute rischiose per la salute, è stato di 1400 microgrammi per metro cubico, cioè 56 volte più alto di quello ritenuto il massimo sopportabile dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), che è di 25 microgrammi per metro cubico.
I DATI
I livelli sono di poco inferiori in tutto il nordest del Paese. Tra le città avvolte da domenica in una nube grigio-giallastra ci sono la capitale Pechino, la vicina città portuale di Tianjin e numerosi centri delle province del Liaoning, Hebei, Henan ed Heilongjiang. Migliaia persone sono intervenute su Internet denunciando l’incapacità delle autorità di combattere l’inquinamento, che è stato aggravato nel nord della Cina dall’accensione dei riscaldamenti, che sono in gran parte a carbone.
LA RICERCA
Intanto arriva uno studio che aiuta ad analizzare il fenomeno: ridurre l’inquinamento atmosferico delle grandi aree urbane cinesi, raggiungendo il livello delle Olimpiadi di Pechino del 2008, potrebbe prevenire circa 900mila decessi cardiovascolari legati agli livelli di smog entro il 2030. È la previsione della ricerca presentata in anteprima al congresso dell’American Heart Association.
In occasione dell’evento olimpico il governo cinese decise di chiudere temporaneamente le fabbriche, i cantieri e limitare il traffico automobilistico. Ebbene, se le autorità riuscissero a portate i livelli di polveri sottili ai dati raggiunti durante le Olimpiadi nei prossimi 10 anni sarebbe possibile tagliare le vittime di infarto del 2,7% e le malattie cardiache del 7,2%. Questo porterebbe a prevenire 304 mila morti per infarto e 619 mila decessi per malattie del cuore.