Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  novembre 11 Mercoledì calendario

Censura "made in China": il governo di Pechino impone anche alla Apple di rimuovere dal catalogo tutti i brani musicali «sconvenienti». E già nei mesi scorsi la società di Cupertino aveva dovuto disabilitare sugli iPhone cinesi l’applicazione per le notizie

Censurare la musica in streaming, colpire il mercato digitale, scoraggiare l’arrivo di nuovi attori: in un colpo solo, il governo cinese del presidente Xi Jinping fa tutto questo.
Secondo l’agenzia Reuters, il ministero della Cultura ha annunciato che dal 2016 i servizi di musica online dovranno rimuovere dal loro catalogo tutti i brani giudicati “sconvenienti”. Le aziende dovranno auto-censurarsi per evitare le multe quando, poi, le autorità controlleranno i loro cataloghi (ad agosto era già stata vietata la diffusione di 120 brani). La revisione riguarderà prima di tutto i giganti del web nel mercato cinese: Alibaba, che ha lanciato a luglio il suo servizio di musica in streaming; Tencent Holding, che ha accordi con Sony, Warner e Baidu una delle maggiori piattaforme. E poi la Apple: l’avvertimento del governo arriva dopo poco più di due mesi dal debutto della versione cinese di Apple Music, dei film di iTunes e degli iBooks. Chi si è registrato al servizio è nel pieno del periodo di prova e non è ben chiaro come farà Apple a vagliare milioni di brani per scegliere quale eliminare. In un modo o nell’altro, però, sarà costretta a cedere.
La Cina è uno dei mercati più importanti per gli iPhone. Secondo gli ultimi dati di Conterpoint Research, in un mese l’azienda ha venduto in Cina 7 milioni dei nuovi iPhone 6S, il 19 per cento di tutti gli smartphone venduti a settembre. E già nei mesi scorsi la società di Cupertino ha disabilitato su iOS 9 l’applicazione per le notizie. L’App può essere scaricata all’estero, ma non aggiorna il contenuto se connessa a una rete cellulare cinese.
Danno in potenza, invece, per Spotify, Rdio e Pandora, destinate a rimandare l’espansione geografica del loro business proprio nel momento in cui, secondo gli analisti, lo streaming musicale in Cina è in crescita – con 471 milioni di utenti che già ascoltano musica online – c’è un aumento del ricorso alla connessione mobile e un calo della pirateria.