Corriere della Sera, 11 novembre 2015
“Monte Bianco”, Aldo Grasso tifa per Filippo Facci
Finita la «Courma» dei Beria d’Argentine, dei Momigliano, dei Bocca, dei De Rita, dei Pansa, ecco la Courmayeur dei format tv, del pubblico generalista, dell’indistinto dei capelli tinti. La Val d’Aosta ha tanti soldi da spendere in promozione perché è una regione autonoma, i suoi abitanti godono di privilegi che gli altri italiani non hanno.
Così l’assessore al turismo Aurelio Marguerettaz può spendere e spandere per promuovere la Valle: Capodanno con Carlo Conti, l’ultra maratona del Tor de Géants, la nuova funivia SkyWay in bella vista a X Factor e ora Monte Bianco, l’adventure game di Rai2 in cui i concorrenti – suddivisi in «cordate» e accompagnati ciascuno da una guida alpina – affrontano prove di diverso genere, quelle tipiche dell’alta montagna (lunedì, ore 21.17).
Lasciamo perdere le polemiche che hanno accompagnato la realizzazione del reality e soffermiamoci sul programma. Introdotti da Caterina Balivo (diciamo che si trova più a suo agio nel quadrilatero della moda di Milano), i protagonisti dell’impresa ad alta quota sono: Gianluca Zambrotta, Arisa, Jane Alexander, Stefano Maniscalco, Filippo Facci, Dayane Mello, Enzo Salvi.
L’aspetto più interessante è quello produttivo. Realizzato sullo stile di Pechino Express (registrare chilometri di «girato» per trarne il meglio con un forte lavoro autoriale e di montaggio), MB è la vittoria, innanzi tutto, di Magnolia, a dimostrazione che il discorso sulle produzioni esterne alla Rai andrebbe fatto con maggior cognizione di causa.
Per chi non ama la montagna le prove risultano noiosette, la conduzione manca della necessaria ironia per questo tipo d’imprese e le guide sono… le guide. Eppure, alla fine, il programma funziona, non ha tempi morti, riesce con il montaggio a costruire una narrazione più che accettabile. Il mio tifo personale va a Filippo Facci (per uno come lui, mettersi in gioco è segno di consapevolezza). La prima eliminata è stata ovviamente Arisa.