Corriere della Sera, 11 novembre 2015
Il rettore Vago prudente sul piano di Renzi per il dopo-Expo
«Un minimo di soddisfazione c’è per la decisione presa. Ma ho più di una perplessità sullo sviluppo del progetto». Così il rettore della Statale, Gianluca Vago, all’uscita dal Piccolo Teatro. Il presidente del Consiglio ha appena presentato a Milano il piano per il dopo Expo, con il polo della ricerca gestito dall’Istituto italiano di tecnologia di Genova. La richiesta del governatore Maroni di affidare la regia all’ateneo milanese per adesso non è stata raccolta. Anche se la presenza della Statale e delle altre università è stata auspicata: sarebbero «ulteriori scintille», ha detto Renzi. E allora il primo bilancio del rettore. «Siamo soddisfatti perché è passata la nostra idea di fare ricerca su quell’area – dice Vago —. Sembra che il progetto dell’Iit sostituirà quello del demanio e la trovo una scelta più coerente, è importante l’omogeneità delle funzioni presenti sull’area».
Ma i dubbi sono sui passaggi successivi. Sul coordinamento. Sulle possibili sovrapposizioni con i centri di ricerca già presenti sul territorio. Anche sull’impegno economico del governo.
«La copertura ci sarà per tutto? Il premier ha parlato di un investimento di 150 milioni all’anno – spiega —. E poiché l’istituto di Genova viene finanziato con una media di cento milioni all’anno non è chiaro se i 150 milioni si aggiungono alla cifra o no. Il tema comunque non è solo finanziario».
È l’attuazione del piano del governo a preoccupare il rettore, che vorrebbe portare a Rho le facoltà scientifiche dell’ateneo che adesso sono nel campus di Città Studi, e animare con i suoi 15 mila studenti quel polo della conoscenza e dell’innovazione da creare con le imprese di Assolombarda.
«Alla luce di questo nuovo piano sarà tutt’altro che semplice coordinare quello che sarà con quello che già esiste – spiega – perché il mondo della ricerca milanese e lombardo è già molto presente in almeno due delle linee di ricerca indicate da Renzi». Per esempio quella biomedica: «A Milano è già a livello molto alto, sarà difficile tenere insieme le cose. Bisognerà vedere come si realizza questo progetto. Serve subito un board, ristretto».
Oncogenomica, Neurogenomica, Cibo e Nutrizione, Sviluppo dei Modelli di Analisi dei Big Data, Software e Bioinformatica, Impatto Socioeconomico: sono queste le aree citate ieri da Renzi. «Ci sono sovrapposizioni – sottolinea il rettore —. Bisognerà evitarle».
Ai cronisti Vago dice di non avere ancora preso visione del piano ma racconta di aver incontrato ieri il presidente dell’Iit, Roberto Cingolani, con Gianfelice Rocca (Assolombarda) e con il ministro Martina «per iniziare una riflessione sul modello operativo». «Quello che è emerso è che sarà complicato – dice Vago —. Anche perché è difficile imporre al mondo della ricerca un modello precostituito».
Intanto Vago ha accettato, con il rettore del Politecnico, Giovanni Azzone, l’incarico assegnato dal governatore Maroni che ha chiesto loro di «valutare il piano di Renzi, perché le eccellenze lombarde siano coinvolte». E il parere dei rettori, ha ribadito Maroni, sarà per lui vincolante.
Al dopo-Expo è dedicato anche Il Fatto del Giorno