Avvenire, 10 novembre 2015
Nel suo testamento Giuseppe Verdi lasciò tutto ai poveri
Giuseppe Verdi non aveva eredi diretti. Nel suo testamento scrisse che i beneficiari del suo patrimonio sarebbero stati i più sfortunati. I poveri del villaggio di Sant’Agata, i bambini ciechi e sordomuti, gli indigenti accolti da associazioni caritatevoli. Inoltre diede disposizioni affinché «tutti i diritti d’autore di tutte le mie opere» venissero destinati all’Opera pia Casa di Riposo dei Musicisti fortemente voluta e finanziata dal Verdi.
Una storia eccezionale. O forse no. Filippo M. aveva solo 23 anni quando gli fu diagnosticata la sclerosi multipla. Era il 1960 e non c’erano cure per questa malattia. Quando le prime terapie vennero scoperte, sul finire degli anni Novanta, Filippo era già morto, a soli 56 anni. Ma ha lasciato un’eredità preziosa: un cospicuo lascito all’Associazione italiana sclerosi multipla, grazie al quale è stato possibile dare vita al Polo Specialistico di Genova, un’eccellenza internazionale per la ricerca in riabilitazione.
Due storie distanti nel tempo. Raccolte assieme a tante altre nella mostra fotografica Italiani brava gente. Storie di lasciti tra passato e presente promossa dal comitato Testamento solidale che si chiude oggi a Milano presso Mi. Co. (Milano Congressi Fiera Milano City). E sono proprio i notai a rilevare come in Italia, negli ultimi dieci anni, i lasciti solidali siano aumentati del 10-15%. Lo ha rivelato il sondaggio effettuato da Testamento Solidale in collaborazione con il Consiglio Nazionale del Notariato, che rivela come a donare siano soprattutto le donne, oltre il 60% del totale.
Inoltre, una quota sempre crescente di italiani – quasi uno su quattro – è curiosa di sapere a chi altro, al di fuori della propria famiglia, può riservare con un atto di generosità parte dei propri averi. «Gli italiani sono sempre più interessati ad approfondire il tema dei lasciti solidali e proprio per questo abbiamo scelto di ospitare la mostra Italiani Brava Gente durante i giorni del nostro 50esimo congresso nazionale» spiega Albino Farina, consigliere responsabile dei rapporti con il terzo settore e con le associazioni dei consumatori del Consiglio nazionale del notariato.