Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  novembre 10 Martedì calendario

«Ho ristrutturato l’appartamento di Bertone con i soldi del Bambin Gesù, e lo rifarei. Era un investimento, e ha avuto ottimi risultati». Intervista al professor Giuseppe Profiti, ex presidente dell’ente ospedaliero

Giuseppe Profiti, detto Pino, 54 anni, calabrese di Catanzaro, professore di Contabilità pubblica a Genova, per sette anni Presidente del Bambin Gesù, l’ospedale leader nella cura dei bambini. Numero uno della sanità cattolica italiana è l’uomo di fiducia del Cardinal Bertone. Al centro del caso Vatileaks 2 del Vaticano, perché sarebbero i soldi della fondazione Bambin Gesù, gestita da lui, quelli con i quali è stato ristrutturato l’appartamento dell’ex Segretario di Stato Cardinale Tarcisio Bertone. Più volte inquisito, sempre assolto, adesso Profiti è qui a rispondere a tutte le domande.
Allora, professore Profiti, la ristrutturazione dell’appartamento del Cardinale Bertone l’ha pagata lei con i soldi della Fondazione del Bambin Gesù?

Perché?
Perché lì avremmo realizzato, nel successivo triennio, le maggiori iniziative della Fondazione, quelle con il più elevato ritorno economico.
Lo rifarebbe insomma?
Certo che lo rifarei. Solo per darle un’indicazione, nel 2013 gli eventi per la Fondazione che hanno visto la partecipazione del Segretario di Stato hanno determinato, nell’anno successivo, un incremento della raccolta fondi di oltre il 70%. Siamo passati da una raccolta di poco più di 3 milioni a oltre 5 milioni all’anno. Certo che lo rifarei con questi risultati.
Quindi un appartamento, in un certo senso, di pubbliche relazioni, per fare marketing strategico?
Assolutamente sì, proprio una delle azioni che erano previste nel piano strategico proprio dalla Fondazione.
Il cardinal Bertone dice di non aver mai dato indicazioni alla Fondazione di intervenire. Allora da dove le è venuto l’ordine?
Io non ho ricevuto nessun ordine, come le dicevo, l’investimento era proprio una delle azioni del piano di marketing che vedeva come obiettivo questo investimento finalizzato alla raccolta fondi delle grandi aziende nazionali e delle grandi multinazionali estere. Soggetti nei confronti delle quali il brand Vaticano, la location Vaticana, la possibilità di essere ospitati in eventi che descrivono l’attività dell’ospedale presso il Vaticano esercita un fascino straordinario e una sensibilità straordinaria come dimostrano i dati nel donare all’ospedale.
Il cardinale Bertone, però, dice di aver pagato di tasca sua la ristrutturazione, e allora?
Il cardinale Bertone, dalle carte, ha rimborsato le spese, la parte di ristrutturazione sostenuta dall’amministrazione dello Stato Città del Vaticano. Il contributo della Fondazione, dato dalla Fondazione alla ristrutturazione, era coperto da un impegno formale dell’impresa costruttrice a riconoscere un contributo alla Fondazione da impiegarsi per l’acquisto di attrezzature. Un contributo da darsi in due rate, l’impresa ha avuto i problemi che hanno avuto tante imprese dovuti alla crisi in questo settore, quando sono andato via, la prima tranche non era stata ancora erogata.
Insomma è un caso di ristrutturazione a sua insaputa quella del cardinale?
Mah, non mi risulta che ci sia un obbligo per i cardinali o gli alti prelati che hanno diritto all’abitazione di servizio in Vaticano di concorrere alle spese di ristrutturazione. Il fatto che il cardinale abbia deciso con i proprio risparmi di coprire questa ristrutturazione dimostra invece che non era a sua insaputa, ma sapeva benissimo quello che faceva e mi permetto di sottolineare l’intenzione con la quale l’ha fatto.
Però, leggere sui giornali, come è capitato in questi giorni, che è stato ristrutturato con i soldi dei bambini malati, insomma fa un brutto effetto!
Inviterei a non leggere certi giornali. Come credo di aver dimostrato, neanche un euro dei fondi raccolti per i bambini è stato impiegato in questa operazione che è un investimento.
Anche il viaggio a Potenza in elicottero del cardinale è stato pagato da voi: è vero?
Un segretario di Stato, quindi un primo ministro, che deve essere al mattino alle 10 a Potenza, e al pomeriggio alle 17 a Roma per ricevere due delegazioni di stati esteri non può che usare l’elicottero. Semmai la domanda dovrebbe essere un’altra: era necessario il segretario di Stato al mattino a Potenza?
Ed era necessario?
Beh, per l’inaugurazione del primo Bambin Gesù del sud destinato a rispondere ai viaggi della speranza e impedire che centinaia di famiglie si muovano, spesso inutilmente, per venire a Roma, direi che è un motivo sufficiente e, se mi permette, ancora più degno rispetto a quello istituzionale per legittimare l’uso dell’elicottero.