Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  novembre 10 Martedì calendario

La vittoria di Suung Kyi è solo un’illusione: ha di fatto accettato la dittatura militare

C’è poco da celebrare: queste elezioni non portano nuova democrazia nel mio paese ma legittimano un sistema affatto democratico: visto che il nuovo corso è stato costruito dal regime militare per mantenere il controllo su politica e Parlamento. Accettando le loro regole, Aung San Suu Kyi rafforza i militari: che restano al di sopra della legge con ogni potere di revocare il governo eletto. Lei potrà fare solo quel che le permetteranno. Non la biasimo per i compromessi, ma perché sta riproducendo l’autocrazia che dice di aver combattuto. Si considera madre del Paese, ma abbiamo bisogno di leader non di mamme. Stiamo diventando terreno di sfida fra Usa e Cina che cercano di costruire nuovi legami con i militari per espandere i loro mercati. Oggi tutti guardano alla grande vittoria di Suu Kyi: ma è fumo negli occhi per nascondere la sfida. Mentre avremmo bisogno di un processo di riconciliazione nazionale. Ma il razzismo è stato creato ad arte dal regime.
Serviranno generazioni per placarlo.