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 2015  novembre 10 Martedì calendario

«Volevano rapire i figli di Totti, e noi gli abbiamo dato una scorta di vigili urbani pagati direttamente da lui. Caltagirone ha girato mazzette ad Alemanno». Le confessioni di Odevaine.

ROMA Capitava allo «spicciafaccende» di Mafia Capitale di ricevere le richieste più svariate. Luca Odevaine, definitosi «facilitatore» del «Mondo di mezzo», le ha raccontate ai pm, ottenendo poi i domiciliari. L’ex capo della segreteria in Campidoglio parla di intese affaristiche fra maggioranza e opposizione. Accusa il costruttore ed editore del Messaggero Gaetano Caltagirone di aver pagato tangenti per costruire nella nuova periferia romana, individuata nell’ex sindaco Gianni Alemanno uno dei destinatari di quella «dazione» e nel parlamentare pd Umberto Marroni l’altro polo dell’intesa.
Odevaine parla a lungo ricostruendo metodi e profili delle lobby romane. Ma anche vicende di contorno come quella che riguarda il capitano della Roma, Francesco Totti. Nel 2007 Odevaine riceve una telefonata di Vito Scala, preparatore atletico di Totti. Il capitano giallorosso era stato avvicinato da un ultras che gli aveva confidato di essere stato reclutato per rapire il figlio Cristian e chiedere il riscatto ma, folgorato dall’incontro con il suo capitano, gli confida ogni cosa. Una pista alla quale lavorarono all’epoca anche i carabinieri ma che finì nel nulla.
Odevaine si mette al servizio del bomber: interroga il prefetto, parla con l’Arma, s’informa sull’affidabilità delle agenzie private. Poi conclude che è meglio rivolgersi ai vigili in servizio al Comune. Ex autorevoli capi scorta di sindaci e funzionari della vecchia guardia comunista: «I vecchi – racconta – erano la vigilanza del Pci, gente che aveva fatto la scorta a Pajetta, a Napolitano, a Berlinguer». Lui stesso verifica la disponibilità. «Sei di loro hanno svolto questa funzione ma fuori dall’orario di lavoro e pagati direttamente da Totti, non pagati in straordinario dal Comune, si erano organizzati in turni fuori dall’orario di lavoro» conferma. Denaro non contabilizzato, una sorta di fuori busta che non avrebbe pesato sulle casse capitoline ma solo su quelle dei Totti. Il servizio sarebbe cessato un anno fa quando il bomber fece installare un servizio di vigilanza monstre in casa propria.
Odevaine racconta anche episodi più attuali, meritevoli di approfondimenti investigativi. Come «la pax» fra maggioranza e opposizione durante la giunta Alemanno. Suggellata dall’intesa che dilatava le possibilità di spesa dei consiglieri comunali fino a 400mila euro ognuno da affidare a coop e associazioni. Accordo mantenuto, con altra formula, anche nell’era Marino. Odevaine sconfessa Buzzi circa un colloquio con Anna Finocchiaro (Pd) per il Cara di Mineo: «Mai detto di parlare con la Finocchiaro, Buzzi andò a parlare con Gianni Letta».
Un accordo Pd-Pdl avrebbe agevolato Caltagirone nell’urbanizzazione della Bufalotta. A Odevaine lo ha detto Riccardo Mancini (imputato per le tangenti Breda Menarini). «Smedile, Marroni (Umberto Marroni, deputato pd, ndr ) e Alemanno si misero d’accordo per far passare questa delibera e spartirsi i proventi, una tangente». Poche parole che fanno scattare l’annuncio di querele. «Ho dato mandato di denunciare per calunnia Odevaine» dice Marroni. Più ampia la replica del Gruppo Caltagirone: «La Bufalotta era già urbanizzata. Caltagirone non ha mai avuto rapporti con Smedile e Marroni che anzi è stato uno dei suoi più fieri avversari. Abbiamo dato mandato di querelare». Sul punto anche Alemanno dice: «Da Odevaine, balle».