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 2015  novembre 10 Martedì calendario

Chi è Patrizia Bedori, candidata sindaco del Movimento 5 Stelle a Milano

MILANO Il giorno dopo il gusto è già quello della campagna elettorale. «Giuseppe Sala? È un tecnico e abbiamo già visto che cosa hanno portato i tecnici come Monti e Fornero». Patrizia Bedori, 52 anni, un passato da dirigente d’azienda nel settore dell’arredamento, fresca vincitrice delle primarie del Movimento per Milano, lancia le prime stoccate e rifiuta di aver appiccicata addosso l’etichetta di «outsider» o di «inesperta». «Sono quasi da 5 anni in consiglio di zona, sono già dentro alle istituzioni», precisa. E ricorda che «anche l’assessore Pierfrancesco Maran è partito dal consiglio di zona tre». Sul web impazzano le polemiche sulla scarsa partecipazione al voto e sui ritardi nella divulgazione dei risultati (fino a ieri sera la classifica finale non era stata diffusa, ndr ), ma Bedori le spazza via. Si dice «felice» del sostegno, ribadisce che il fatto di «non essere mai stata nei corridoi della Casaleggio associati, voleva indicare la libertà che c’è tra i Cinque Stelle e non il contrario. La mia stima e riconoscenza verso Grillo e Casaleggio è grande». I numeri esigui – sono, dice, «poco più di trecento i votanti» – li giustifica precisando che «anche alle scorse comunali abbiamo utilizzato lo stesso metodo. Hanno votato solo i cittadini attivi sul territorio, sono voti qualificati e di qualità». Alle spalle c’è la polemica, che risale a tre anni fa, per il mancato sostegno alle manifestazioni in ricordo delle vittime della Shoah. «Per noi era ed è importante celebrare il Giorno della memoria», sottolinea. «Abbiamo fatto una campagna virale su Facebook ed ha avuto molto più seguito che non un evento di zona. Si trattava di un modo per spendere meglio e ricordare le vittime con più incisività».
In testa, ora, ci sono già le amministrative. «Dal 15 novembre, per due mesi e mezzo, definiremo il programma ascoltando le esigenze dei cittadini. E proprio l’ascolto è quello che è mancato a Pisapia», afferma. Lei, intanto, si sta facendo un’idea degli assi portanti della sua campagna elettorale. «Le tematiche riguardanti il sociale e l’ambiente sono nostre battaglie in tutta Italia – spiega —, ma per Milano proporremo soluzioni per priorità come la sicurezza delle periferie e il lavoro». Per prepararsi alla sfida politica Bedori ha seguito un corso di democrazia partecipata all’università di Pavia: «Volevo capire i metodi per mettere al centro i cittadini». Il primo nodo all’orizzonte è legato al destino dell’area dove sorgeva Expo. «Per la nostra città servono scelte più sostenibili – dice —. Avrei preferito pensare a un parco botanico, come era previsto, ma ora è tardi: serve un tavolo tecnico per decidere».