il Fatto Quotidiano, 9 novembre 2015
L’instancabile «battaglia di legalità» di Tommaso Grassi per analizzare in dettaglio gli scontrini di Renzi. Intervista al capogruppo comunale di Sel a Firenze, reduce da un’occupazione di 25 ore a Palazzo Vecchio
Un giorno e una notte. In tutto 25 ore. Tanto è durata l’occupazione di Palazzo Vecchio del capogruppo comunale di Sel, Tommaso Grassi, per rivendicare il diritto ad avere libero accesso alla documentazione relativa alle spese di rappresentanza sostenute da Matteo Renzi quando era sindaco di Firenze e del suo successore, Dario Nardella. Dopo aver chiesto per quattro volte gli scontrini e per quattro volte vederseli negare, Grassi sabato mattina ha deciso di occupare perché, dice, “stanno prendendo in giro me e i cittadini”.
Come?
Temporeggiando con motivazioni capestro come la segretezza richiesta dalla Corte dei Conti (che ha aperto un fascicolo sulle spese, ndr) ma è una riservatezza che non si applica a noi consiglieri comunali.
Però dopo 25 ore ha dovuto abbandonare l’occupazione.
Mi hanno costretto. Già sabato pomeriggio mi hanno denunciato per occupazione abusiva, poi mi hanno chiuso dentro e ieri mattina mi hanno isolato in una stanza privandomi anche dell’uso del bagno.
Venticinque ore di digiuno?
Anche, certo. Quando ieri mi hanno vietato l’uso dei servizi abbiamo pensato con gli altri consiglieri di dare vita a un presidio: eravamo pronti a fare dei turni ma i vigili hanno vietato l’accesso a chiunque, anche ai miei colleghi consiglieri, quindi non solo nessuno ha potuto darmi il cambio ma neanche portarmi da bere o mangiare. Però non ci fermiamo.
Cosa farete?
Proseguiremo la nostra battaglia, siamo di fronte non solo a una palese negazione dei nostri diritti ma a un’ostinata volontà di negare ai fiorentini trasparenza e informazione corretta. Le sembra possibile che sia vietato sapere come Renzi prima e Nardella poi hanno speso i soldi dei cittadini?
Loro sostengono di aver rispettato la legge.
Fornendo voci di spesa totalmente generiche e prive di ogni dettaglio? Non è questa la trasparenza, lo abbiamo visto con Marino. Ma a quanto pare valgono due pesi e due misure per Renzi: a lui tutto deve essere concesso.
Non molla?
Scherziamo? È una battaglia di legalità. La rilevanza etica e morale di una spesa pubblica non è una questione da sottovalutare. A prescindere dalla correttezza legale dei resoconti c’è un profilo morale: potrò sapere se Renzi da sindaco ha usato i soldi dei cittadini per andare in qualche trasmissione televisiva o a svolgere attività politica? Io credo sia non solo un mio diritto ma anche un loro dovere informare la popolazione.
Occuperete di nuovo?
Se sarà necessario sì.