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 2015  novembre 08 Domenica calendario

Elogio di Donnarumma, piccolo grande leader

Il pensionato (si fa per dire) James Bond sta per uscire di scena, il giovane Q gli regala un orologio, perché una nuova auto pare troppo. «Bello», dice Bond educato, «che cosa fa?». «Ti dice che ore sono», risponde asciutto il Q nuova maniera. Magari non si può sostenere che Diego Lopez sia un pensionato (non lo è alla fine neppure Bond), che il tempo sia dalla parte di Gianluigi Donnarumma, chiamato Gigio, è invece evidente. Uno: perché ha 16 anni. Due: perché è bravo. Un tale, dirigente del Real Madrid vincente più di Berlusconi, diceva che non esistono giocatori vecchi e giovani, ma giocatori bravi o scarsi. E il tecnico Sinisa Mihajlovic qualche settimana fa ha spiegato che lui non guarda la carta d’identità, piuttosto il rendimento. Ovvio. Però Donnarumma è bravo, è poco più di un adolescente e ha preso il posto a Diego Lopez che l’anno scorso per lunghi periodi aveva tenuto a galla il Milan. «Nel corso della stagione avremo bisogno anche di lui», ha detto Mihajlovic. Come no. È un po’ come regalare un orologio invece di una Bond-mobile. Fra l’altro Donnarumma ha il nome di Buffon e la fama di predestinato. Sarà dura rimetterlo al suo posto di presunto stagista.
Donnarumma ha un fratello che giocava nella Primavera del Milan e un agente importante, Raiola. Di solito gli agenti migliori prendono stelle o gente che può diventarlo, perciò Gigio, così lo chiamano, è messo bene. Ha rinunciato all’Inter per giocare nel Milan e questo lo rende già un idolo della curva. All’esordio contro il Sassuolo ha fatto cose buone e meno buone, ma quando uno è predestinato certi dettagli si dimenticano. Di Donnarumma sorprendono sicurezza e freddezza: Maldini esordì che era un po’ più giovane di lui, non era un portiere e doveva correre, era inverno pieno, gli inverni di un tempo, e le scarpe da calcio troppo strette, prestate perché non ne aveva di adatte al terreno ghiacciato, facevano male. Era un Milan che aspettava la metamorfosi, simile a questo che deve ancora cambiare pelle. Detto questo, avvicinare Donnarumma a quello che è probabilmente il più grande fuoriclasse degli ultimi vent’anni rossoneri sarebbe eccessivo, prematuro e fuorviante.
Perché Donnarumma ha già bruciato sul tempo Gigi Buffon e tanti altri, ma non ha ancora vinto nulla e non è detto che accada presto. Soprattutto, dovrà evitare di seguire il destino di Pato, Niang appena rientrato, Balotelli oscurato (ma non è colpa del Milan), El Shaarawy emigrato. Non è facile essere giovani al Milan e il caso più eclatante è proprio quello di Pato, al quale Ancelotti pronosticò un futuro vicinissimo da Pallone d’oro, poi diventato chimera. Donnarumma ieri ha fatto quattro parate decisive ed è rimasto saldo quando il Milan imbarcava acqua. Ha portato a termine 36 passaggi e ha respinto con i pugni tanto quanto bastava per far restare incollato il Milan allo 0-0 e mandare gli amanti della statistica alla ricerca di nuovi numeri. C’era una volta un ragazzo che, come lui, diventò titolare a sorpresa. Si chiamava Abbiati ed era molto più vecchio di Donnarumma, ma se Gigio vincerà la metà dei trofei vinti da Abbiati probabilmente sarà contento. Perché non esistono giocatori vecchi o giovani. Esistono giocatori bravi, e se trovano un tecnico come Mihajlovic che li fa giocare possono diventare giocatori felici.