Il Sole 24 Ore, 8 novembre 2015
Hamze, l’analcolico che costa meno di qualunque vino al bicchiere, vi rapisce più di ogni millesimato e vi ubriaca al prezzo di un volo
Non è difficile, è facile. Magari organizzatevi con un’agenzia di viaggio ma andate a Qazvin, in Iran. È la tappa ultima – verso l’Est, in territorio persiano – della Via della Seta.
Andateci adesso. I colori di questo novembre sono carichi dell’acqua propria delle nubi dei Geni, andateci col cuore innamorato e sciamate dentro i reticoli del Caravanserraglio appena restaurato, custodito tra i patrimoni della civiltà universale, cercate lì il vostro smarrimento. Passeggiate dentro e cercate nei cortili.
Sbucate ovunque. Un tempo, questi, erano riservati alle soste dei cammelli, adesso sono ritagliati negli intarsi di terra per farvi giardini tutti di allusione.
Non è complicato, è come respirare. E trascinatevi pure a bocca aperta tra le botteghe del bazar fino a quando non sentirete alle narici, e subito dopo alle papille – giusto come acquolina – un presagio di vertigine. Ecco, sarete arrivati alla bottega di Hamze. Forse è troppo tirata a lucido, e con qualche innesto da “enoteca”, ma è lì – nel segreto di Qavzin – che vi sarà servita una meraviglia.
Sorseggiate. Ma guardate, anche. Altro che bollicine. Il bicchiere sarà come una coppa colma di colori. Troverete pistilli dalle sfumatura rubino e petali di ginestra (del giallo proprio dell’alba). Il taverniere – come nelle Mille e una Notte, è taverna quella – vi porterà pagine su cui verserete il cuore innamorato. E il taverniere – come nelle Quartine di Umar Khayyam – si prenderà cura del vostro mancamento e sarà quella bibita a farvi viandanti di Sa’d al-Saltaneh in una furiosa fantasmagoria analcolica. Solo poesia. E prezzi modici. Costa meno di qualunque vino al bicchiere e vi rapisce più di ogni millesimato. E vi ubriaca al prezzo di un volo. Sul tappeto va da sé.